Chi ha memoria ha anche cura

di Carlo Petrini
Presidente Internazionale Slow Food

I gesti delle rezdore sanno di memoria e di cura: memoria di un passato rurale che ha saputo, dalle difficoltà, costruire veri e propri monumenti gastronomici. Modi di fare e di lavorare preziosi perchè ci restituiscono una dimensione dove la bontà organolettica dei prodotti è intimamente connessa a una produzione sostenibile e a un fatto esistenziale, alla vita di campagna e all'empiria saggia che ne consegue.

Cura perchè chi ha memoria ha anche cura, e chi cucina svolge un atto d'amore verso i destinatari del suo cibo: meglio lo fai, più ti impegni a renderlo buono e piacevole, più hai cura di chi ti sta vicino.

Questi due elementi nel mondo d'oggi assumono una rilevanza universale: è da piccoli pezzi di identità contadina, di savoir faire agricolo, che si ri-parte per cambiare il mondo. La bontà, la sostenibilità, la giustizia per gli uomini sono tutte contenute in questi prodotti dalla lunga storia e dal difficile apprendimento. Sono valori di qualità intimamente legati al sistema che li ha prodotti, ma capaci di diventare modello per un nuovo sistema che dobbiamo provare a prefigurare, pena non soltanto la perdita della nostra memoria e quindi della nostra identità: perdiamo l'opportunità di rendere sostenibile la produzione del cibo in un mondo messo alle corde proprio dall'agro-industria e dai suoi modi irrispettosi della natura e degli uomini.

Le rezdore, sembra impossibile, racchiudono tutti questi grandi temi in pochi gesti, netti, sicuri, belli e anche cinematografici. Imprimerli in un video, in un ricettario e raccontarli, significa moltiplicare la memoria e la cura, consegnarli al futuro, renderli replicabili o fonte di ispirazione. L'operazione che è stata fatta intorno al loro lavoro è meritoria non soltanto in sè per il suo valore documentale, ma anche perchè possa essere d'esempio ai tanti territori del mondo che, senza rendersene conto, stanno perdendo la loro essenza, e dunque buona parte della loro felicità.