HOME PAGE
\ Interviste \ Più viste \ Bonaccorsi Dino, Gaetti Giulio\ Bonaccorsi Dino, Gaetti Giulio \ leggi testo

04/08/2006

Agricoltura


Documento senza titolo

Savoniero, Frazione di Palagano
Siro Tassi e Bettina Reggi
Allevatori
Allevamento della “bianca” modenese: le differenze con la frisona
Racconti di vita in campagna  

PARTE 3

 a mezzogiorno venivano a casa e si mangiava il pasto normale del mezzogiorno.
Per fare lo gnocco usavate la pasta del pane?
Bettina: no, c’è anche la pasta del pane ma a parte che a me non piace, prendeva la farina - allora non c’era il lievito - e si usava leggermente un po’ di bicarbonato, non tanto però, perché se no si sentiva, ci mettevano del latte, acqua e sale e poi lo friggevano con lo strutto.
Si faceva un bel cesto?
Bettina: un cavagn e si partiva, e via…
Fino a quanto tempo ha fatto così?
Bettina: dopo che sono cominciati i macchinari si andava diversamente, sono venute sù le falciatrici. Ma io ero la piccolina e partivo con ‘sto cesto, poi partiva mia sorella con l’altro cesto, il vino e l’acqua; alle quattro poi ci si portava la merenda, lo chiamavano el mendrin, anche lì si portava del pane con un po’ di formaggio, ritornavano poi a casa la sera a cena che era buio.
Quindi quante ore faceva questa gente?
Bettina: tutta la giornata, dal sorgere del sole al tramonto, poi il tempo del mietere, perché allora si seminava anche il grano. La miseria era tanta che se uno aveva il grano in casa mangiava, quando si aveva finito di cenare andavano a legare i covoni per il semplice motivo che se cadeva un chicco di grano sembrava…
Ci andavano di notte?
Bettina: di notte.
Perché c’era un po’ di rugiada ?
Bettina: c’era un po’ di umidità, poi si faceva tutto un cerchio che facevano al med.
 I bimbi andavano a fare i legami?
Bettina: i ligac…Ai tempi di mia suocera i giovanotti o le ragazze mandavano il legaccio con i fiori… perché c’erano tanti piccoli campi, non c’erano le estensioni di adesso.
Di notte i campi erano frequentati?
Bettina: qui metteva una famiglia, qui ne metteva un’altra, poi c’era anche lo scambio. Per esempio noi che eravamo più bassi al di sotto dei 600 metri, mettevamo prima che loro che erano più in alto. Allora ci si scambiava le giornate lavorative, loro venivano ad aiutare e dopo si ritornava, mandavano questi legacci con i fiori, era un messaggio d’amore!
Anche lei l’ha ricevuto?
Bettina: no, non è mai stato così romantico mio marito… se lo vedo arrivare con un mazzo di fiori dico: “è ammattito!”

Nella stalla

Siro: qualcuna là in fondo ancora c’è, ben messa come carne, ma dopo si è andato sul latte. Questa è una rossa americana.
Come si chiama questa razza?
Siro: praticamente la bavarese. Qui ci sono le frisone, queste le svedesi, un’altra bianca, quella la reggiana.
Questa è la bruna alpina?
Siro: …Se tutti si mettessero a fecondarle, a fare degli incroci con dei tori validi si ritorna alla bianca perché io l’ho già fatto tempi indietro con il centro giù l’Apa. Venivano sù loro a fecondare e di fatti venivano fuori tutte nere, poi da quelle lì si è ritornati alla bianca, bianca è proprio con il nasello spaccato, bianca bianca che non si riconosceva mica niente… Qualche anno fa erano tutte bianche.