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25/08/2006

Veterinario


Documento senza titolo

Prignano
Franco Ternelli e Maria Casini
Veterinario e negoziante
La castrazione dei tori – Riproduzione, gravidanza e parto delle mucche
L’alimentazione degli animali
La vacca bianca modenese
Caseificio e parmigiano  

PARTE 3

Diceva che si andava solo quando si veniva chiamati?
Maria: sì, poi i contadini chiamavano il meno possibile, se c’era un parto provavano loro perché tra di loro ce n’era sempre uno un po’ più esperto come anche nelle donne, nessuna andava a partorire in ospedale e c’era sempre una donna più preparata. A Polinago c’era un mercato grosso, già nel ’54 c’era anche 100 bestie al mercato e poi ne approfittavano per non far fare il viaggio al veterinario. Il contadino gli dava l’asciugamano, faceva la diagnosi di gravidanza al giorno del mercato, tutto perché le vacche avevano un valore, se erano gravide ne avevano un altro.
Prima si è parlato di stipendio che riceveva il veterinario, ma da chi era stipendiato?
Franco: dal Comune, dallo Stato.
E il contadino non pagava?
Franco: il contadino pagava la visita, la chiamata; io avevo la funzione per il servizio di profilassi, di macellerie, giorno e notte anche la festa. Poi la condotta è stata abolita.
Maria: era una condotta molto vasta, c’era da girare parecchio e non c’erano orari.
Tornando indietro nel tempo, i contadini erano sempre in grado di pagare la visita del veterinario?
Maria: qualche volta promettevano solo.
Franco: il contadino piangeva sempre miseria… non era mai contento.
I contadini qui avevano anche le pecore?
Maria: no, c’era qualche d’uno.
Franco: qualcuno di passaggio, qualche pastore che andava sù nella transumanza a Fiumalbo.
Maria: in tempo di guerra le pecore le hanno tenute per la lana, il latte si mischiava con quello della mucca per fare il formaggio. Le donne si adattavano a tutto, oltre che filare la canapa filavano anche la lana.
Lei aveva una bottega e cosa si vendeva?
Maria: si vendeva anche la carne. A Serra ai tempi di mio padre si uccideva un bue, poteva essere anche 8 quintali, molto grossi, però metà bestia a Prignano e metà bestia a Serra faceva fatica a venderla in una settimana. Vuol dire che se ne mangiava poca di carne, non la prendevano tutte le domeniche. Mi sono sposata nel ’50, un etto di macinato un contadino non lo aveva mai comprato. Faceva la battuta del lardo, la conserva, se c’era la salsiccia d’inverno bene, se no era il sugo.
Una volta le vacche si curavano con metodi naturali, con delle erbe da mangiare?
Franco: davano spesso il panello di lino, c’è stato anche un avvelenamento da panello nella zona da Castello, venne il Professore Bianchi a controllare, c’era poi stata la vendita di Carapelli che aveva venduto del mangime contaminato.
E il fieno greco?
Franco: lo adoperavano i primi tempi quando c’ero io. Lo usavano come lassativo, dopo usavano molto il panello di lino perché il panello non alterava la componente della carne; il fieno greco era tremendo, si sentiva anche l’odore nella carne. C’era un praticone che andava per i parti che subentrando noi veterinari abbiamo eliminato, tanto è vero che ho fatto fare un processo a un pratico che poi è stato condannato, ma questo ai primi tempi.
C’era tra questi parti chi segnava gli animali?
Maria: abbiamo sentito ma non abbiamo mai visto.
Le uova dove si portavano?
Maria: le portavamo giù a Sassuolo, c’erano dei grossisti, i contadini venivano con 20-30 uova e prendevano la bottiglia dell’olio, la scatola della conserva, il pezzo del sapone e la liscia poi se avanzava dal conto prendevano qualcosa altro. L’olio era nelle bottiglie di marsala e pesava 620 grammi, compravano il petrolio quelli che erano senza luce, perché la luce qui è venuta del ’34. In bottega quando avanzava una bottiglia da vino si teneva, perché se a uno mancava il petrolio per il lumino… e poi in casa c’era il lumino contro il camino dove facevano da mangiare e la luce era tutto lì. Il bagno… chieda a mio marito quando d’inverno con i parti usciva a lavarsi le mani con l’acqua e rompere il ghiaccio, era quella della grondaia che ghiacciava, dopo i reumatismi… e andava anche nelle case buone… non c’era mica un gabinetto.
Franco: come porta c’era un sacco di iuta. Anche i signorotti avevano un gabinetto ma non il bagno.