15/09/2006
Vignaiolo
Gombola - Località Segadicci, Frazione di Polinago
Marco Mesini
Viticultore
L’Uva Tosca
PARTE 1
Come si chiama questo fondo?
Marco: Segadicci.
Lei è sempre vissuto qua, siamo sempre nel Comune di
Gobola?
Marco: ah sono nato qua.
Quanti anni ha?
Marco: sono del ’32 quindi sono 74 anni ormai.
Vive da solo?
Marco: da solo.
Questa è la casa della sua famiglia?
Marco: ah, sono rimasto solo sarà una ventina d’anni, anche di più.
Qui si può vedere come erano una volta i filari?
Marco: in pianura adoperavano molto l’olmo, e da noi l’opi (acero
oppio).
Così si faceva una volta?
Marco: una volta facevano i piantamenti qua, adesso facendo i vigneti non adoperano
più il legname, lo adoperano ma non piantano più gli alberi per
tenere sù le viti.
Ma come è meglio, così o come fanno adesso?
Marco: allora li piantavano direttamente piccolini quando mettevano giù le
viti, se vede intorno all’oppio lì la vite non soffre mica, viene
sempre bene.
Come si mettevano le viti?
Marco: una da una parte e una dall’altra, due o una perché c’era
anche di là, poi andavano su… vedi questi affari avevano quattro
bracci, li ho presi via perché oramai non c’era più vite… come
c’è quel braccio lì ce n’erano altri due, uno ad andare
e uno a venire. Li ho presi via tutti, ci sono rimasti solo a due bracci anche
perché la vite è diminuita, non c’è più la
vite che c’era una volta.
Come produzione ce n’era di più?
Marco: ah tre volte il doppio.
Tutta tosca?
Marco: si tutta.
È molto nera.
Marco: quest’anno viene bene, l’anno scorso era
chiara, giù poi c’è anche della chiara, ma quest’anno
comincia a venir buona ben presto ce n’è poca poi perché degli
anni ce n’è tanta.
Quest’anno è buonissima perché ha fatto
bel tempo?
Marco: molto caldo e poi non c’è una grande quantità d’uva,
poco carico.
Questa uva quando si vendemmia?
Marco: verso la metà di ottobre, quest’anno tra venticinque giorni-un
mese a lasciarla indurire bene.
Delle volte andiamo a vendemmiare anche il 25 ottobre. Se fosse uva nera
bisognerebbe prenderla via prima.
Questa invece matura un po’ dopo.
Marco: ah ci sono quindici giorni di differenza. Vanno perdendo
queste qualità di viti. Era venuto uno qua, un mio amico abitava a Lama,
aveva preso delle viti, degli antini, tagliandoli li piantano. Aveva un fondo
in Romagna, mi portava sempre del vino, del sangiovese: ha provato a piantarle
ma l’uva non la facevano, gli sono venute bene le viti perché poi
sono andato con lui a vedere, non era il posto adatto.
Questa uva che tipo di terreno richiede?
Marco: come qua da noi viene bene, tutta in questa zona ma anche a Gombola.
Gombola sta sotto, qui a quanto siamo?
Marco: penso sui 500 metri perché Gombola è 470.
Com’è quindi questo terreno che dice adatto per
la vite?
Marco: è un terreno molto duro, non sabbioso, il terreno più duro è e
più l’uva viene meglio, poi adesso ci fanno degli scassi nella terra
anche giù da quei vigneti, ci sono dei terreni duri, aspri ma ci viene
lo stesso. Si vede che è stato tagliato, lì una volta ce n’erano
quattro ogni oppio. Sono viti che avranno cento anni, le prime che ci abbiamo
messo avranno circa cento anni poi hanno ributtato…
Sono state innestate?
Marco: no no, sono state proprio piantate così.
Nel frattempo arriva un vicino di Marco
Buongiorno, stiamo facendo un giro nei filari di Marco: ci sta illustrando
la tosca, è buona da bere?
Amico: il vino è un po’ brusco ma per me è migliore degli
altri perché ha pochi gradi, è salato.
Così se ne può bere qualche bicchiere in più!
Amico: uno beve una bottiglia e non lo sente, quest’anno facciamo i conti
che venga buono, fa otto gradi…
Marco: otto, nove gradi.
Fate vino di sola tosca?
Marco: un po’ di nero ci vuole dentro.
Quale nero ci mette?
Marco: del lambrusco.
In proporzione quanto ce ne va, cioè quanta tosca
e quanto lambrusco?
Marco: quest’anno ce ne vuol poco del lambrusco, quando è molto
indietro che è chiara e poi è anche brusca ce ne vuole un po’di
più, si può mettere una cassetta di lambrusco e quattro di quelle
lì (tosca) quest’anno solo per darci un po’ di colore.
Lei è un aiutante di Marco o un suo amico?
Amico: no, io abito lì.
Siete vicini di casa, anche lei ha della vite?
Marco: anche lui.
Quando si vendemmia vi date una mano?
Amico: dipende anche dal tempo, lui ha sempre della gente, io no, vengono prendono
e poi via…
Marco: questa vite ha rimesso qua, quando rimettono in alto le taglio, quando
rimettono in fondo le giro di sotto, sottoterra perché poi tornano a
mettere.
Quanto profonde sono state messe queste piante?
Marco: un metro, un metro e dieci, poi col tempo a forza di lavorarci si scalzano
si rincalzano, la terra si tira via.
Ma una volta si mettevano più fonde?
Marco: eh si facevano le fosse a mano.
Come erano queste fosse?
Marco: erano larghe un metro, ottanta, come fanno adesso con gli scavatori
fanno queste fosse larghe un metro con la benna, poi la riempiono e ci mettono
le viti nuove; quando fanno i vigneti scavano tutto oppure fanno anche tutto
lo scasso completo poi fanno i filarini, li impiantano nella terra mossa, anche
queste viti vanno tutte messe così perché andrebbero anche triturate, io
però non lo faccio più.
Andrebbero, come ha detto Marco?
Marco: traturate, quelle che nascono in fondo per rinnovare la vite,
perché fanno dei butti lunghi, si tira giù poi si fa la fossa
lungo il filare… come qua, ci manca la vite. Qua che ributta si tira
su, poi l’anno dopo si mette sotto fonda così, però si
lascia aperto il buco perché se no non fa radici, si mette giù,
si tira questo palo e allora comincia a partire di qua e sotto fa le radici.
Dopo due-tre anni si torna a coprire la fossa e chiuso, dopo lavora, solo che
c’è un problema: lavorando questa nuova perde la madre.
Adesso quindi non si fa più?
Marco: ne facevo ma ho smesso di farli anche perché ce n’è ormai
poca della vite.
Quanta ne ha adesso?
Marco: delle piante?
Sì, piante.
Marco: non so, ci saranno 150 piante, quasi 200. Ci ho lavorato
anche attorno a quella pianta, tutti gli anni ci lavoro un po’, non mi
ricordo se gli ho dato anche del conciume un mese fa, ho tirato via
la terra e ho pulito dietro.