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23/07/2006

Pastorizia


Documento senza titolo

Osteria Vecchia, Frazione di Fanano
Domenico Albinelli
Pastore
Le pecore, la transumanza

Ci vuole raccontare di quando faceva il pastore?
Domenico: avevo 13 anni, sono partito di qua, sono andato a Ferrara a piedi. Il primo giorno era il 4 settembre, mi ricordo siamo partiti a piedi per delle scorciatoie e siamo arrivati a Montespecchio, quella montagna lì. Dietro a noi c’era uno con un ciuco: se nasceva un agnellino lo caricava su, e ci avevo messo la giacca in cima. La sera viene buio, cammina e cammina dicevo: “ma dua van a finì sta gente?”. Si fermano in un castagneto a San Martino.  Abbiamo acceso un fuoco, mangiato un po’ di pane, siamo stati lì tutta la notte poi la mattina siamo ripartiti e via fino a giù, tutte le tappe non me le ricordo, comunque siamo andati a finire a Ponte Lungo di Bologna al Lavino.
Quando si partiva?
Domenico: di settembre, perché qui c’era poca erba e si andava giù in pianura ma eravamo in tre ogni branco di pecore.
Quante pecore erano?
Domenico: 200 circa ogni branco e tre padroni ogni branco.  Si andava giù insieme per aiutarci anche un po’, perché a quei tempi si facevano anche tante scorciatoie ma macchine non ce n’erano.
Quanto ci mettevate ad arrivare in pianura?
Domenico: sei giorni per arrivare a Consandolo d’Argenta.  Sei giorni di cammino. Quando sono arrivato giù c’era un signore che tirava l’acqua da un pozzo, sono passato da lì vicino e gli ho detto: “è buona quell’acqua?”. Mi sono attaccato a secchio e ne ho bevuta un bel po’ e questo signore mi ha detto: “ma quanto tempo è che non ti sei pettinato?”, l’era na smana che camminavo a piedi in mezzo alla polvere, avevo dei capelli come adesso, bianchi.
Il pascolo estivo dove avveniva?
Domenico: d’estate avveniva qua nei nostri monti, dopo andar giù ci si fermava dai contadini. La sera era tutto stabilito perché ormai era sempre quel giro, ci davano da mangiare loro e poi si andava a dormire nel fienile, mica a letto.
Si pagava per l’ospitalità?
Domenico: no, ci si lasciava il formaggio. Si faceva il formaggio, la sera quando si arrivava. La mattina appena faceva giorno, anche al buio, si ripartiva, non si stava mica lì. No, non facevano pagare, ci davano da mangiare: erano abbastanza onesti, gentili.
Voi quindi dormivate nel fienile?
Domenico: la mattina, appena faceva giorno: “su è ora di partire”. Io ero un ragazzo, mi strambellavo in quei mucchi di ghiaia ...oh, a quei tempi è andata così, poi sono stato nove mesi a Ferrara senza tornare a casa.
Poi si tornava indietro per la stessa strada?
Domenico: sì, ma non l’ho fatta a venir su, no... io prendevo 6 mila lire al mese.
C’era anche chi non veniva pagato?
Domenico: parla dei tempi dei tempi, gente che avrebbe adesso 150 anni... Andavano giusto per mangiare, se andavano bene il padrone gli pagava un cappello altrimenti niente. Pensa un po’... Mangiare sì, ma poi bisognava vedere come mangiavano!
Che razze di pecore avevate ?
Domenico: erano tutte nostrane, non c’erano le Massesi come adesso, erano tutte nostrane con le corna. Adesso ci sono quelle Massesi che fanno parecchio latte, quelle lì non erano proprio da latte, più che altro da carne: venivano grosse, la lana bella lunga.
La tosatura quando veniva fatta?
Domenico: in maggio e in settembre prima di partire. Ma
ricordo che quell’anno lì, che era il ’50, la lana costava
1.000   lire. Sono tanti, e adesso bisogna pagare quelli che li tosano e la buttano via...
La lana era sempre uguale?
Domenico: no, era più lunga quella della primavera, quelle pecore lì erano bianche e la lana era più bella. Adesso ci sono tutte quelle razze grigie, tanti colori, bianche, poi la lana è corta non è bella; adesso la lana non la vogliono mica.
Agnelli se ne mangiavano allora?
Domenico: qualcuno ma non tanti, li vendevano perché c’era miseria.
La vostra giornata com’era organizzata quando andavate sù in montagna?
Domenico: si andava sù dietro alle pecore con uno zaino, con un po’ di pane e formaggio, quello che c’era. Si andava via la mattina e si tornava la sera, si mangiava lassù.  Qui era rose e fiori perché ce n’erano tanti di pastori, si faceva il complotto: tutto un raduno, si giocava alle carte, tutti quei lavori lì, qualcuno dormiva.
La mungitura quando si faceva?
Domenico: la sera e la mattina, come sempre.
Tornando alla lana, perché era più pregiata allora?
Domenico: era più pregiata perché era lana un po’ particolare.
Poi la lana una volta andava, adesso non va più.
Le capre le avevate?
Domenico: no, mai avuto capre perché noi eravamo giù a Ferrara in mezzo ai frutteti e le capre mangiano anche le siepi.
Qui tutto sommato non si stava male...
Domenico: la sera si andava giù in paese a fare un po’ di festa, il sabato e la domenica.
Durante la transumanza le pecore dove mangiavano?
Domenico: lungo il viaggio mangiavano lungo la strada, in quegli argini, in quelle sponde alla meglio, un po’ qui e un po’ là.
Avevate dei cani?
Domenico: sì, cani da pastore tedeschi.
Come si diventava pastori?
Domenico: mah, si diventava pastori perché c’era la discendenza.
Quindi suo papà era pastore?
Domenico: sì, ma mio papà ha venduto le pecore prima, a dir la verità mio papà non l’ho neanche conosciuto, ero piccolo quando è morto.
I pastori erano tutti giovani?
Domenico: ah no, ce n’erano anche degli anziani. C’era il capo pastore, il vergaio, che andava a fare gli interessi al mercato, aveva il biroccio col cavallo, andava a vendere il formaggio, andava a sentire i prezzi, quanto costava qua e là.
Sia quando eravate giù che quando eravate qua...
Domenico: Si, ma qui un po’ meno perché i mercati erano lontano.
Ma laggiù nel ferrarese tutti i giorni era un mercato.
Quando ha smesso di fare il pastore ha lavorato in cooperativa?
Domenico: nella cooperativa ho lavorato 25-26 anni, sono andato anche a fare l’emigrante in Svizzera tre anni. Abbiamo lavorato un po’ qua e un po’ là, ma c’era poco lavoro a quei tempi.
I contadini erano contenti quando arrivavate voi con le pecore?
Domenico: dove si andava alloggio?... Sì, perché erano d’accordo, tutti gli anni era quel giro, si conoscevano.
Per farle pascolare invece in pianura?
Domenico: giù in pianura c’erano delle aziende agricole che prendevano il pastore e gli davano un tanto, lo prendevano per il letame, si facevano dare qualche agnello, qualche ricotta, qualche formaggio così si pagava il pascolo della stagione. Noi eravamo in una azienda grossa, era un certo Luigi Boscaroli, ne aveva del pascolo...
Laggiù cosa avevano coltivato?
Domenico: c’erano delle mediche e tanti frutteti a quei tempi.  Allora si andava in mezzo ai frutteti a pascolare l’erba, pulivano poi dopo si mettevano dentro a una capanna e facevano il concime per concimare questi prati.
In montagna il pascolo avveniva sempre su dei terreni privati?
Domenico: no, perché questo sarebbe stato una metà del Conte Furneo - adesso è della Regione - e una metà del Comune di Fanano, che adesso sarebbe poi nostra, è dei civici non è neanche del Comune.
Al Comune si pagava qualcosa?
Domenico: un tanto ogni pecora. Le venivano a contare, se ce n’erano in più si pagava anche la multa; le venivano a contare in strada una per una, quando passavano veniva la guardia comunale.
Era una tassa annuale?
Domenico: si, una tassa ogni pecora tutti gli anni.