13/09/2006
Manfredini Adele e Giordana Contri
Riolunato
Giordana Contri e Adele Manfredini Rezdore
Piatti a base di castagne: i menni, i ciacci, le frittelle, la minestra,
la torta
L’abbandono dei borghi negli anni ‘60
PARTE 3
Quanti anni avete?
Giordana: io 62.
Adele: io 65.
Giordana: io le scuole le ho fatte lassù dove sono nata e vissuta fino
a 10 anni.
Quand’è che si è iniziato a lasciare questi
posti?
Giordana: intorno agli anni Sessanta, noi siamo stati tra i primi a venire giù nel
paese, era il ’54.
La maggior parte quindi si è trasferita qui in paese?
Giordana: no, parecchi anche via.
Dove?
Giordana: Modena, Bologna, Toscana.
Anche all’estero?
Giordana: sì, diverse persone.
Qui di che cosa si viveva?
Giordana: con la pastorizia, lavorando la terra, c’erano i boscaioli, chi
faceva il muratore e lo scalpellino; gli uomini poi andavano in Africa, in Sardegna,
in Belgio, in America e poi rientravano.
I nostri pastori facevano la transumanza, andavano nel ferrarese. Mio padre
mi raccontava che a dodici anni da qui è partito ed è andato a
Ferrara a piedi, ci ha messo una settimana, era più piccolo dell’ombrello
da pastore.
E le donne restavano a casa?
Giordana: eh sì, filavano la lana, la stoppa perché si faceva tutto
in casa. Tele, coperte, le calze.
Venivano i calzolai a fare le scarpe così anche il sarto.
Adele: capitava che una donna seguisse i pastori nella transumanza.
Giordana: sì ma questo diciamo negli anni ’50. A casa rimanevano
le donne, i bambini e gli anziani, si era poi felici, non si aveva niente nessuno,
il passatempo era andare a veglia nelle case di uno e dell’altro, anche
per noi bambini si giocava con le boccine di vetro, coi bottoni, coi sassolini
rotondi, si usavano cinque sassolini.
Adele: si chiamava il pancascin.
Giordana: era un gioco coi sassolini. Se ne mettevano cinque nel palmo della
mano poi si lanciavano, se ne prendeva prima uno poi quell’altro e via,
poi due, poi tre, dovevi prenderli in fretta in aria perché se ti cadeva
il sassolino dovevi passare la mano all’altro. Sono venuta qui del ’54,
non esisteva ancora la strada che andava alle Polle e sono venuta giù di
febbraio. Io andavo a Frassineto, che ci sono quattro km abbondanti, e per la
quinta elementare andavo a scuola tutti i giorni da Riolunato a Frassineto a
piedi, poi andavo a casa della nonna e mangiavo, poi quando andava bene tornavo
a casa, dopo nella primavera quando si arava i campi, ci si prendeva sù e
si andava a raccogliere i sassi nei prati con delle ceste di vimini e poi si
arava.
Adele: adesso facciamo questa specie di colla per le frittelle.
La colla Adele come l’ha preparata?
Adele: acqua, farina di castagno e sale.
Un cucchiaio una frittella? In cosa sta friggendo lei?
Adele: nell’olio.
Si friggeva così anche una volta?
Adele: nello strutto, di olio ce n’era poco e si teneva per condire, tutti
avevano il maiale in casa perciò lo strutto si usava per friggere, il
lardo per condire le minestre, le pastasciutte.
Ci sono delle varianti a questa ricetta delle frittelle, si
può aggiungere qualche altro ingrediente?
Adele: c’è chi ci mette una puntina di bicarbonato, per farle diventare
un po’ più tondine.
Queste frittelle quando si preparavano?
Adele: a merenda.
Si vendeva questa farina castagne, si barattava?
Giordana: ma poco perché la tenevano, tutti gli anni non era detto che
ci fosse lo stesso raccolto, per esempio se fa un settembre secco dentro a un
riccio, ci può essere anche na casaegna sola e du recchi…
Adele: ad esempio al tempo di guerra un anno è gelato, un disastro
specialmente per chi viveva in paese perché chi stava in campagna era
diverso …un po’ di frumento.
Giordana: si piantava il marzuolo.
Si piantava a marzo e quando si mieteva?
Giordana: in agosto, per la festa ad Fraznèdar. L’ultima
domenica di agosto in questa borgata chiamata Frassineto dove c’erano le
scuole c’era anche un oratorio dedicato a Valentino Contri, anche a Modena
c’è una strada Don Valentino Contri. In quel tempo si batteva il
grano.
Cosa altro si seminava nei campi?
Giordana: la scandela, orzo avena per poter dar da mangiare alle bestie.
La segale?
Giordana: sì, quella veniva sù anche in alta quota, le patate.
Adele: qui a Riolunato c’è una zona chiamata canepai, ogni
famiglia aveva un pezzettino di terra dove seminava la canapa, queste erano le
uniche risorse del paese.
Giordana: i canvari. Veniva anche la vigna.
L’unica polenta che mangiavate era quella di castagne?
Giordana: anche quella di frumentone, si comperava il frumentone e poi si faceva
macinare ai mulini.
Ce n’erano tanti qui a Riolunato, ce n’erano nove.
Adele: solo in paese ce n’erano tre.
Ora ce ne sono?
Giordana: il mulino di Riolunato e quello delle Caselle sono ancora funzionanti.
Adele: le frittelle sono pronte.
E poi come si mangiano?
Giordana: o così o con un po’di ricotta.
Si tagliano in mezzo?
Giordana: si mette sopra la ricotta.