03/08/2006
Allevamento
Carpi
Romano Morselli e Norma Guerzoni
Mezzadri e braccianti
Sementi, Razze animali, Tortelli fritti dolci,
Riso coi fagioli, La canapa, L’uva cinghiale
PARTE 3
Fino a quando le ha avuto le bianche?
Romano: stavo pensando fino a quando avute le bianche. Quando veniva il
veterinario Benassi abbiamo dato le ultime bianche, le ultime bianche le abbiamo
vendute a Benassi che lui aveva dei fondi qui per andare al bocciodromo.
In che periodo?
Romano: sul ’60.
Queste bianche cosa erano buone a fare?
Romano: da lavoro, molto brave da lavorare meno brave da produrre.
Quant’era la resa?
Romano: la resa, la bianca quando dava 15 litri di latte era già buonissima
mentre invece la frisona comincia da 15 in su, fino a 25-28. La differenza
c’era però di quella bianca, la val padana e la modenese, il latte è molto
più ricco sia di grasso che di caseina di formaggio, invece la bianca
e nera è più liquido, è meno denso.
E la carne? Com’è la differenza tra le due?
Romano: la carne di mucca modenese è di qualità ed è buona
mentre invece la frisona sono sempre incroci e la carne è più sguittera, meno
soda, più tenera come carne.
Perché Romano si è abbandonato l’allevamento
delle bianche?
Romano: eh…perché le bianche e nere producevano di più e
noi avevamo bisogno di produrre qualche cosa in più sempre, finchè han
pagato il latte a quintali, quando pagavano il latte a quintale ecco la voglia
di cambiare dal modenese all’ibrido bianco e nero perché il quintale
di latte modenese si prendeva come quello della frisona quando andavano a peso.
Quando andavano a gradazione ecco il cambio, perché la frisona dava
tanto latte ma meno qualità, la bianca bisognava aumentare la produzione
per prendere qualche soldo in più perché si lavorava forte eh…finchè nel ’70-’75
i mezzadri, i contadini cominciavano a prendere qualche trattorino.
Lei quando lo ha preso il primo trattore?
Romano: l’abbiamo preso 32 anni fa.
E fino ad allora si faceva tutto a mano?
Romano: tutto tutto tutto a mano, solo l’aratura grossa che venivano i
contoterzi, si faceva un aratura profonda.
Norma: prima aravano con i buoi.
Romano: quando non c’erano mica i motori o non si potevano prendere
i motori ad arare, avevamo i buoi con la val padana, con la modenese che erano
molto forti. I buoi all’aratro e le altre bianche davanti perché quando
si arrivava sulla carreggiata le due coppie davanti cominciavano a girare, non
tiravano più, allora l’aratro doveva andare a finire sulla carreggiata.
I buoi ci pensavano loro, perché un bue - noi ne abbiamo allevati anche
fino a 11 quintali l’uno eh…- si mettevano anche in ginocchio, nuanter
a givan par alver an sulc, per girare l’aratro fino in carreggiato,
come lavoro non ci sarebbe niente da dire per la modenese, anche i buoi modenesi
come forza sono come i romagnoli perché sono molto forti.
Parlava anche di maiali?
Romano: ah i maiali… avevamo le scrofe, in un primo tempo. Da quando sono
nato io i maiali erano sempre metà col proprietario, metà le spese
e metà i guadagni, questo è venuto fino che ha comperato Malaguti
nel ’48, dopo quando siamo venuti qua la proprietaria del ’54 a lei
i maiali non interessavano allora le abbiamo chiesto se potevamo tenerli noi
assumendoci le spese e i guadagni.
Che razze c’erano di maiali?
Romano: il bianco, il nostrano adesso come si chiama… nuentar i givana
al maial nustran, la scrofa nustrana… poi anche lì sono venuti
avanti piano piano i bianchi e neri come le mucche, è una qualità che
dava molto grasso che per noi era la principale risorsa, e la carne.
Norma: quand me era ancor zuvna a givna di maiei a volte i givan dimondi
pel e chietra iera più les, che qualitè eirla?
Romano: era sempre un maiale bianco, dipende anche poi dal pelo, poco o molto,
dipende da come mangiano perché se mangiano bene il pelo diventa bel liscio,
se mangiano male il pelo fa come tutti gli animali d’inverno ma anche d’estate,
se non mangiano a sufficienza cresce il pelo ma non la carne.
Nella vostra corte c’erano anche molti animali da cortile?
Romano: si, maiali poi c’erano le galline.
Che galline?
Romano: una volta avevamo solo la bianca, adesso come si chiama le avevamo cercate
un paio di anni fa e le avevamo trovate al mercato di Gonzaga.
Ha trovato questa gallina che avevate voi una volta....
Romano: sì, proprio la gallina bianca, la padana.
Quella bianca è quella modenese?
Romano: sì, la mudnesa.
Norma: ma la padovana che gallina era?
Romano: sempre bianca ma più grossa, come adesso ci sono i pulcini di
razza grossa che in tre mesi vengono tre chili, quattro dandogli il mangime.
Allora la padovana è una qualità che diventava grossa però era
meno produttiva nella uova, faceva molto di meno.
Chi curava questi animali?
Romano: ah, in maggior parte i polli e gli animali da cortile, anitre, tacchini
ci pensava la cuoca.
Norma: la razdora.
Romano: quella che faceva da mangiare, quello era compito suo, poi invece con
gli animali mio fratello che era un appassionato teneva lui e ci pensava lui
per le scrofe, i maialini piccoli, quelli da ingrasso, quelli li curava lui.
Chi li portava al mercato?
Romano: venivano i negozianti, venivano a casa, noi andando in piazza al mercato
trovavamo i mercanti di maiali, lo dicevamo a loro, loro venivano a vederli e
se andavano d’accordo sul prezzo, venivano, li pesavamo per quello che
avevamo combinato e se li portavano via loro.
Norma: invece i cunii a i purteva.
Romano: per i conigli andavamo al mercato qui a Carpi mentre invece a Ravarino
al mercato andavamo a San Giovanni Persiceto o a San Felice, sono circa da 11
a 16 chilometri, San Giovanni 16 chilometri con un carretto dietro alla bicicletta,
quello lì diventa pesante eh… altrimenti andavamo a San Felice
che c’erano 11 chilometri.
Norma: per guadagnare due soldi, poco...
Cosa si vendeva, conigli e poi?
Norma: loro perché me a gevam mia quando mi sono sposata invece
ho cominciato anch’io con loro am piasiva tenerli.