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08/08/2006

Albicini Delio


Documento senza titolo

Savoniero, Frazione di Palagano
Delio Albicini
Agricoltore
Le castagne, la torta di patate, il frittellozzo. Commercio con la Toscana

PARTE 1

Delio, come era l’attività agricola un tempo qui a Palagano?
Delio: un tempo era difficile, le castagne e le patate erano cose che non veniva denunciate. Quando si trebbiava il grano c’era uno che controllava; su quello quanto che veniva giù ne lasciavano 150 chili, invece le castagne e le patate non venivano assolutamente denunciate. Allora era un sostenimento proprio di qui, in quegli anni della guerra, perché con i partigiani era venuta tanta di quella gente e bisognava dargli da mangiare prima che arrivassero gli Americani.
La sua famiglia era una famiglia di contadini?
Delio: sì.
Eravate proprietari terrieri?
Delio: sì, proprietari terrieri, però non grossi.
Coltivavate la vostra terra, che cosa si coltivava?
Delio: il grano, frumento e castagne, le castagne non è che si coltivassero lì, si raccoglievano perché le castagne vengono da sole.
Che qualità di castagne c’erano e ci sono ancora?
Delio: adesso ci sono i marroni, allora c’erano ma preferivano mettere delle castagne che ne facessero tante per fare la farina. Le chiamavano le marzoline.
Come mai avevano questo nome?
Delio: non lo so, quelle castagne facevano una gran quantità, tante tante tante.
Com’era questa castagna?
Delio: la castagna... piccola; insomma non so, il diametro può arrivare anche a tre centimetri però alcune quando pioveva venivano anche belle grosse.
Erano buone da farina?
Delio: da farina erano speciali e ne venivano tante, allora si guardava anche alla quantità.
Era una farina adatta per fare che cosa?
Delio: facevamo il castagnaccio.
La polenta la facevate?
Delio: eh... altrochè, due volte al giorno quasi, perché quella non era controllata assolutamente. Era venuta tanta gente qua, non so, ci potevano essere alcune migliaia di persone, partigiani. Poi arrivavano i tedeschi che li portavano anche via... però le castagne non è che fossero controllate tanto, si raccoglievano, si seccavano nel metato, c’erano i mulini ad acqua che non erano controllati.
Dove andavate, voi, a macinare?
Delio: normalmente il grano a Palagano, poi ce n’era uno a Costrignano poi dietro al fiume ce n’erano diversi, allora quando volevi saltare i controlli andavi in uno di questi mulini dietro al fiume, ce n’era uno a Montemolino: anche quello poi nel fiume è stato l’ultimo molino ad acqua, saranno al massimo dieci anni che hanno chiuso.
C’erano atre qualità di castagne?
Delio: di nomi ce ne sono tanti. Avevamo la Pastonesa, andava bene, noi dicevamo allora i balëc, poi avevamo la Tosta con cui facevamo la caldarroste: erano belle grosse, e poi il Marone che era il privilegiato e non ce n’erano tanti, c’erano delle Toste che erano grossissime...
La raccolta come avveniva?
Delio: la raccolta avveniva in ottobre-novembre. Si raccoglievano prima della neve poi c’erano i seccatoi, ci voleva circa 40 giorni di fuoco sotto, si seccavano e poi dopo si pulivano a mano, c’era ‘na pila con il graffio, si pulivano poi c’erano le vecchiette che con la vassora le pulivano e dopo si andava al mulino a macinare.
Quando facevate la farina il mugnaio come veniva pagato?
Delio: rendeva un tanto per cento, per ogni quintale. Non so se prendeva tre chili, cinque chili, non ricordo; non si andava a soldi perché non ce n’erano allora, lui teneva la molenda, era quello che spettava al mugnaio. Le castagne andavano normalmente al mulino ad acqua perché andavano giù piano piano nella macina e la farina rimaneva più buona, non si scaldava la macina e la farina rimaneva più buona perché poi doveva durare tutto l’anno, la mettevano nelle casse ben stretta poi tutto l’anno si adoperava.
Si conservava bene?
Delio: benissimo, basta stringerla forte forte forte, la stringevano con i pugni così, poi dopo si tagliava giù quando si faceva la polenta e si passava nel setaccio.
Che casse erano?
Delio: casse di legno.
Ma erano chiuse queste casse?
Delio: coperte.
Queste casse le mettevate in cantina?
Delio: beh non andava messa in un posto umido... anche la cantina, però all’asciutto.
Per quanto invece riguarda le patate?
Delio: le patate anche quelle, si faceva la torta, gli gnocchi...
Che qualità avevate?
Delio: diverse qualità, non è come adesso che si vanno a prendere solo quelle di Montese, quelle per seminare, allora non si andava a prendere la semente, si teneva un  anno per l’altro.
Si ricorda le varietà di queste patate?
Delio: i nomi assolutamente no perché non gli davamo nomi, praticamente patata gialla, patata rossa e patata bianca.
Se ne mettevano parecchie patate?
Delio: eh se ne mettevano, specialmente in questi monti, se ne mettevano diverse. Giù in basso non venivano tanto, a questa quota - a 500, a 600 metri - non venivano tanto invece su c’è la terra più leggera e venivano molte patate.
Si vendevano anche?
Delio: oh... altroché!
Quindi dove le portavate?
Delio: c’erano i commercianti che passavano e chi ne aveva le vendeva.
Oppure facevate la torta di patate?
Delio: la torta di patate per farla buona ci voleva anche il latte, ci voleva la ricotta, era una cosa un po’ di lusso. Poi mettevano il lardo con un po’ di rosmarino in cima alla torta.
Ci spiega come si faceva questa torta?
Delio: si pelavano le patate poi si bollivano, si tritavano con un mestolo nella pentola, dopo si faceva la pasta, si stendeva sotto e si mettevano le patate. C’erano, noi dicevamo, dei sël, diciamo la padella.
Il sole?
Delio: c’era la padella che praticamente aveva sotto un treppiedi. Giravi intorno e si metteva sopra le braci a scaldare, quando si staccava cuoceva bene... ma ci voleva del tempo a farla.
Quindi c’era una base di pasta?
Delio: una base di pasta poi le patate, si tiravano sui bordi; quasi tutti facevano i pizzi ai bordi perché era più bella, poi si faceva un pesto che si spalmava sopra.
Come era fatto questo pesto?
Delio: lardo, aglio, rosmarino.
Era sottile questa torta?
Delio: era piuttosto grossetta, la fanno più sottile adesso, serviva anche per sfamarsi.
Quindi questa torta di patate si cuoceva?
Delio: nella padella sopra le braci oppure nel forno del pane, veniva buonissima anche nel forno ma la più buona era sopra alle braci. C’erano tutti quei vassoi di rame unti un po’ e non si attaccava, era buonissima, senza lievito, il sale ce lo mettevano indiscutibilmente.
Quando si mangiava questa torta?
Delio: per esempio noi contadini immancabilmente quando si svinava il vino, si sgualciva con i piedi allora, quando si levava il vino si invitava qualche amico e si faceva la torta di patate... la sera, perché normalmente si faceva sempre di sera, lì nel fuoco.
Poi si beveva un bicchiere di vino?
Delio: ah sì, anche due, perché qua c’era anche molta uva una volta, allora del vino ce n’era!