08/08/2006
Agricoltura
Lago, Frazione di Montefiorino
Nando Serradimigni
Muratore - agricoltore emigrante in Canada
Il desiderio di emigrare
Il ritorno alla terra natale
Il restauro della casa familiare
PARTE 1
Lei, Nando, è nato qui a Lago?
Nando: sono nato sulla via statale, ma qua era una piccola proprietà che
il mio babbo, che era un emigrante, aveva acquistato da italiani che erano in
Francia. Quando sono ritornato era tutto diroccato. Ho dovuto ricominciare dalla
terra e rifare tutto, questa è la ragione per cui voglio cambiare il nome
di questo posto, è sempre stato troppo povero, io sono ancora povero
non a soldi ma di vita, ma è un abitudine che si è costruita in
me di vivere tanto tempo in quel modo... Sono contento di essere ritornato ma
vedo il sistema di questo paese, c’è ancora molta strada da fare
per progredire. Solo persone come voi possono scoprire la differenza da un paese
all’altro, le mentalità, qua non è stato mai possibile fare
nulla eppure i nostri connazionali, con la buona collaborazione di tutti, sono
andati sulla luna.
Nando, ci interessava conoscere bene la sua vita. Lei nasce qui,
dove siamo?
Nando: a Lago.
Lei quanto tempo è restato qui prima di partire?
Nando: sono partito a 22 anni.
Cosa faceva la sua famiglia?
Nando: viveva con quello che si poteva raccogliere dal terreno. Ma nessuna pensione,
nessuna entrata, niente soldi, non c’era la possibilità di avere
le scarpe, bisognava andare scalzi d’estate e in inverno con gli zoccoli,
scarpe di legno.
Che cosa si coltivava qua?
Nando: un po’ di frumento, un po’ di granoturco, un po’ di
orto. Questo era il modo di vivere, una mucca, due mucche, due pecore, qualche
volta un piccolo maiale che la maggior parte delle annate non poteva darci da
mangiare perché non c’era nulla. Questo era il modo di vivere.
Che ricordi ha di quel periodo?
Nando: era prima della guerra, prima del ’42 mio babbo emigrava in Francia,
in Africa e mandava un po’ di soldi a mia mamma. Ma poco poco, perché era
senza nessuna qualifica, non aveva scuola ne mestiere, dovevano lavorare per
quello che potevano lavorare. Quando sono stato adulto, qua era sempre miseria,
un anno peggio dell’altro. Prima era miseria naturale, dopo la guerra peggio
che peggio: tutto demolito, tutto un disastro, non c’era lavoro, non c’erano
soldi, non c’era neanche modo di comperare il sale e lo zucchero, per fare
il caffé si seminava un po’ di orzo. Mia mamma aveva un attrezzo,
lo bruciava sopra al fuoco e con quello si faceva il caffé ma dopo non
c’era lo zucchero. Allora mia mamma aveva un poco di galline, vendeva le
uova per comprare il sale e lo zucchero. Eh, dicevo, è meglio morire che
vivere a questi sistemi. Quando ho avuto la prima occasione di andare in Corsica
ho fatto qualche richiesta di emigrare, ma non si poteva andare, per ragioni
politiche, di speculazioni, sono riuscito ad andare in Corsica dove ho lavorato
due, tre anni, poi ho trovato la strada per andare in Canada.
Quindi parte per il Canada: a quanti anni?
Nando: 25-26 anni.
In Canada qual è il suo mestiere?
Nando: io facevo il muratore. Quando sono andato in Corsica, un po’ muratore
di pietre, dalla Corsica ho dovuto andare a fare dei test a Parigi, cosa avrei
potuto fare in Canada? Tutti i lavori sono diversi, le abitudini, il clima: ogni
cosa è diversa, io sono pronto a fare ogni cosa, sono volontario a fare
ogni cosa.
Decide quindi di partire, quale mezzo prende per andare in Canada?
Nando: Air France, ma ho dovuto lavorare per salvaguardare i soldi che prendevo.
Ho dovuto lavorare per due anni e mezzo per salvarmi questi soldi per fare il
ticket per partire, perché io sono andato libero senza nessun contratto,
nessuna obbligazione. Dovevo cercarmi il lavoro, sbrogliarmela da me. Allora
mi sconsigliavano, c’erano dei toscani che mi dicevano: “sbagli la
tua carta, non andare in un paese dove che non conosci la lingua, le abitudini,
il clima, tutto è diverso”. No, no io sono un po’ di natura stubborn,
in italiano si dice testardo, in inglese si dice stubborn, poi quando
una idea entra bisogna seguirla, non bisogna arrestarsi o girarsi indietro quando
le occasioni si presentano.
Quindi arriva in Canada, dove?
Nando: sono arrivato a Montreal. Montreal è pieno di gente che cerca lavori
leggeri, non c’è quasi nulla da fare. Allora ho trovato amici che
erano già stati al Nord a lavorare in queste foreste, erano ancora tempi
in cui si lavorava con la sega a mano. Dopo sono incominciate a venire quelle
moto seghe che sono ancora in uso e in qualche modo abbiamo trovato lavoro sotto
a una compagnia. Siamo arrivati al Nord dove c’erano diverse compagnie
di foreste, siamo arrivati a questo ufficio che aveva anche i taxi per portare
i lavoratori all’accampamento dove la compagnia ha tutto per gli operai.
Mangiare, dormire, alloggio, a quei tempi erano un poco indietro ma al giorno
d’oggi hanno costruito degli accampamenti per due milioni di dollari, c’era
persino la swimmingpool). Ben pagati, ben trattati, e dico “se
vado bene per la compagnia, la compagnia va bene anche per me” allora ci
sono rimasto per 49 anni.
Poi, Nando, dopo quasi 50 anni di lavoro lei decide di ritornare...
Nando: la ragione era la mia salute, ho fatto tutto il mio tempo, 49 anni senza
avere neanche un giorno di malattia, senza avere nemmeno un minimo di incidenti,
questo mi fa sentire un po’ orgoglioso. Ma quando sono andato in pensione
sono venuto a fare un giro in Italia dove ho ancora un fratello,