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17/07/2006

Menabue Ada


Documento senza titolo

Marzaglia, Frazione di Modena
Ada Menabue
Rezdora
Aspetti di vita e cucina dei mezzadri
Il pane di Natale – Il croccante
Preparazione della “mnestra vedva”  

PARTE 4

Quanto tempo rimanevano i pomodori in quella stanza?
Ada: quand i sugneva ades a fema al pamdor, a mano si passavano, si mettevano in una damigiana, andavano a prendere la medicina da metterci dentro quando era già forte.
 Il sugo quindi si metteva in una damigiana?
Ada: e poi quando dovevamo adoperarla dovevamo imbottigliarla nelle fiasche… a volte è più la roba che abbiamo buttato via di quella che abbiamo mangiato. Dai 15 ai 19 anni ho fatto quelle fatiche lì, poi con mia cognata è stata tutta un’altra cosa.
 In occasione di feste particolare, tipo i matrimoni, si cucinava qualcosa di particolare?
Ada: i matrimoni noi li facevamo in casa, per esempio per la mia sorella più grande hanno fatto da mangiare molto bene in casa mia.
 Cosa hanno fatto?
Ada: hanno fatto il brodo di cappone, di gallina, hanno fatto i quadrettini con i fegatini di pollo, tagliati sottili sottili, li mettevano in un tegame come ho fatto io poi quando mettevano giù i quadrettini nel brodo di carne ci buttavano i fegatini e poi col formaggio buono. Alla sera invece siamo andati a Spilamberto a casa di suo marito…
Le feste più belle quindi erano quella di Natale, i matrimoni…?
Ada: la sorella più piccola sì che ha fatto un bel matrimonio, anche mio fratello; solo io non ho fatto un gran matrimonio, c’erano solo i fratelli di lui.
 Eravate in pochi?
Ada: una ventina, lui era un operaio…
Ada ci spiega cosa c’era nel vostro orto?
Ada: maggio ortolano, molta paglia e poco grano, perché l’orto vuole l’acqua e il grano non ama l’acqua, a maggio quindi se veniva a piovere faceva l’orto invece se era secco maggio faceva molto grano e per noi era meglio far del grano che dell’orto.
 Nell’orto cosa c’era?
Ada: zucchine, tante.
 Le zucche diventavano grosse così che le davamo ai maiali, diventavano gialle tanto che si mangiava ma ne mettevano tante; le spezzavamo, prendevamo via il seme e poi li facevamo abbrustolite, i brustulen, andavamo in campagna noi bambini, facevamo un fuoco poi li mettevamo su una latta.
 Quindi c’erano le zucchine…
Ada: erano le zucchine verdi che lasciandole lì diventano grosse, gialle a n’ò una gròs acsè a ca’ me, poi le davamo ai maiali. Prima di darle ai maiali prendevamo via i semi, poi li metto nell’acqua, li bollo, aggiungo un po’ di sale, prendo una padella di smalto e poi li facci brustolire, anche dentro una padella antiaderente. Poi facevo una crema con i noccioli delle prugne.
 Una crema?
Ada: no, il croccante perché avevamo molte prugne, delle prugne che non si stacca il nocciolo.
 Che tipo di prugne erano?
Ada: erano le mulone, le panigoni.
 Come si prepara questo croccante?
Ada: prendevo tutti i noccioli, li lasciavo seccare, i noccioli di prugne che si stacca il nocciolo.
 Dovevi schiacciare tutti i noccioli, poi quando erano schiacciati li pestavo, poi li facevo brustolire, quindi scioglievo lo zucchero e ce lo mettevo dentro, li mettevo poi su un asse, lo tagliavo con un coltello e ne davo un pezzo per uno a quei ragazzini, Carlo Seminati, Renzo Santini.
 Si faceva spesso il croccante?
Ada: quando c’era la frutta e basta.
 Io non mi sono mai sentita razdora casalenga, venivo a tener dietro una bimba, venivo a fare dei lavori, sono andata sette anni in rasaia a pelare le foglie per le mucche sugli alberi, a mietere però me am sent menga casalenga.