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23/08/2006

Commercio


Documento senza titolo

Ubaldo Adani
Birocciaio
Pavullo nel Frignano

PARTE 1

Ubaldo, ci stava raccontando che per tanti anni ha fatto il boscaiolo…
Ubaldo: sì, facevo il boscaiolo, portavo fuori la legna dai boschi, la portavo fuori prima coi birocci e poi con i muli a soma.
Dove erano questi boschi?
Ubaldo: Fanano, Montese, su all’Abetone, Pian Cavallaro, Fiumalbo.
Questi boschi di chi erano?
Ubaldo: di proprietà dei padroni, sarebbero poi stata tutta roba del demanio, allora c’erano i commercianti di legna che la comperavano però ci volevano i vetturini che la andassero a portare fuori dai boschi.
Voi andavate anche a tagliarla la legna?
Ubaldo: no, io non l’ho mai tagliata la legna, facevo il trasporto e basta.
Ci diceva che questo trasporto si faceva…
Ubaldo: con dei muli, muli a soma con i basti, in cima ai basti ci mettevi la legna; bisognava metterne tanta di qua e tanta di là che andasse via pari la bestia, avevi due, tre, quattro muli secondo l’anno.
Si partiva di qua con i muli a piedi?
Ubaldo: sì, hai voglia… partivo di qua per andare in Toscana con i muli a piedi… di qui quante volte sono andato a Lucca.
Cosa andava a fare a Lucca?
Ubaldo: a vendere un muletto, a vendere qualcosa.
Quindi lei commerciava animali?
Ubaldo: vendevo anche animali, le ho fatto tutte... c’era della gente per esempio che ci aveva il ciuco, lo volevano barattare con il mulo, io avevo il mulo e gli davo il mio mulo, prendevo la giunta e poi tornavo a casa… stavo via sette giorni.
Per andare a Lucca quanto ci voleva?
Ubaldo: per andare a Lucca ci voleva circa due giorni. Col primo giorno partivo da qua, andavo in fondo alla Lima, un’altra tappa la facevo a Bagno di Lucca, da Bagno di Lucca andavo poi a Lucca.
Questo quando avveniva, in che anni?
Ubaldo: gli anni poi è dura… dopo la guerra subito, del ’45-’46.
Si facevano affari là in Toscana?
Ubaldo: ma sì, qualche affaruccio si faceva.
Lei aveva il biroccio?
Ubaldo: sì, avevo il biroccio e andavo sù, nelle montagne, a caricare un biroccio di legna da portare alla strada perché allora di strade non ce n’era, erano tutte carreggiate.
Portavi anche materiali da costruzione qui a Pavullo, dei sassi?
Ubaldo: sì, per esempio giù dove c’è la Fiat c’era la stazione, alla stazione ci ho portato sempre i sassi io. Io Bertacchini eravamo in cinque o sei carrettieri, andavamo a caricare i sassi lì alla Puntada ad la Sera, e poi si portavano lì.
Solo sassi e legna o anche qualcosa d’altro?
Ubaldo: mah, quello che capitava, per esempio dopo la Liberazione subito si andava all’ammasso, si caricava il frumento, lo mettevi in spalla e lo portavi sù in cima a trequattro piani.
In cima dove?
Ubaldo: per esempio c’era quello che stava al terzo piano, quello al quarto piano nelle case… l’ammasso segnava per esempio che a lei ci voleva un quintale di grano, allora quell’altra famiglia lì uguale… quindi giravi tutta Pavullo a distribuire il grano.
Voi eravate pagati quindi?
Ubaldo: sì, dal consorzio.
Che gestiva l’ammasso…
Ubaldo: sì, gestiva l’ammasso Poldo Vandelli.
Quindi era un lavoro faticoso il vostro?
Ubaldo: ma glielo dico anch’io che era un lavoro faticoso, ci vuole i muscoli, adesso siamo senza muscoli, senza gambe, senza niente, non facciamo più niente.
Da qui scendevate anche in pianura?
Ubaldo: si andava anche in pianura col calesse, per esempio al lunedì c’era il mercato a Modena allora andavi sempre a comperare ‘na qualche bestia che noi poi dopo ci trasferivamo in Toscana andevam po in Toscana a vendri.
Dove si vendeva in Toscana?
Ubaldo: Bagni di Lucca, Lucca, Castelnuovo Garfagnana e poi si beveva un bel po’ e poi quando avevi finito di bere che ti buttavano fuori, venivi a Pavullo a piedi e spaccavi la neve con lo stomaco perché le bestie quando c’era tanta neve a venir sù da Castelnuovo Garfagnana sai come fanno? Saltano, si stancavano, allora bisognava saltar giù da cavallo e… e così poi arrivavi a la Piev che c’era Galli che aveva la stalla, Galli tutte le domeniche aveva pronto la stalla perché sapeva che la notte rientravo e così mi mettevo lì a dormire nella stalla, bagnato come un porco, mi asciugavo così nella stalla.
Era una sosta notturna?
Ubaldo: da Castelnuovo quando ti buttavano fuori dall’osteria allora c’era da venir su, quando passavi S.Pellegrino la casa rossa beccavi anche 70, 80 centimetri di neve, allora bisognava spaccarla con lo stomaco per venire in cima all’Alpe.
La neve si raccoglieva qui?
Ubaldo: sì, qui si raccoglieva la neve d’inverno con i cavalli e si portava in ghiacciaia.
Qua c’era una ghiacciaia?
Ubaldo: sì, la ghiacciaia che parlavamo adesso.
Dove si trova?
Ubaldo: lì al macello. Noi altri per pulire il paesi si puliva con i cavalli, davanti alle botteghe si caricava in cima i birocci poi si portava laggiù alla ghiacciaia, ma poi anche quando c’era da spalare il paese in 20 persone si spalava a mano, uno davanti all’altro…
La ghiacciaia di chi era?
Ubaldo: del Comune… la neve la buttavamo quasi tutta alla ghiacciaia poi quando la ghiacciaia era piena, perché ce ne stava quella di tutto il paese eh, dopo poi si portava giù dove c’erano dei campi.
Ma la ghiacciaia a cosa serviva?
Ubaldo: alla gente, quelli che facevano i gelati, ce n’erano tre o quattro, andavano a comperare il ghiaccio; per esempio c’erano quelli che avevano un po’ di carne da mandare via, andavano a prendere un po’ di ghiaccio.
Torniamo agli scambi con la pianura, lei ha detto che andavate giù a prendere animali, erano bovini?
Ubaldo: no tutti cavalli, cavalli e muli e basta.
E si vendevano?
Ubaldo: si vendevano sulla strada per l’Abetone, Fiumalbo, Sant’Anna.
Questi animali si usavano solo come mezzo di trasporto?
Ubaldo: come mezzo di trasporto.
E invece i generi alimentari, per esempio lo zucchero e il sale ve ne occupavate anche voi?
Ubaldo: no, noialtri no, per esempio una volta alla settimana andavo per un signore qua a comperare il ferro a Sassuolo, andavo con il cavallo. Al tempo di guerra andavo su a Levizzano con due cavalli a portare su del vino… eh ma la vita era dura.
Che vino era quello?
Ubaldo: vino rosso.