HOME PAGE
\ Interviste \ Più viste \ Tassi Siro, Reggi Bettina\ Tassi Siro, Reggi Bettina \ leggi testo

04/08/2006

Agricoltura


Documento senza titolo

Monchio delle Corti, Frazione di Palagano
Sante Mucci
Agricoltore
L’agricoltura e i bovini in collina
La monta pubblica  

PARTE 2

E nei campi negli ultimi quarant’anni come sono andate le rese, come si sono evolute le rese, adesso quando rende un ettaro di grano?
Sante: mah, tutto sommato rende di più, però rendeva anche allora, non è che lavorassero male ai tempi di allora. Si lavorava bene la campagna, la tenevano come l’orto, adesso ci lavoriamo più alla grossa un po’, solo che in un altro sistema che la roba ci viene perché la terra non si inganna mica, si inganna tutto ma la terra non si inganna.
 Bisogna restituire quello che si prende, è vero.
Sante: se si lavora per esempio solo per il troppo bagnato non ci viene niente, va lavorata in un certo modo.
 Quindi lei dice che negli anni Cinquanta il grano rendeva come adesso.
Sante: no, rendeva meno, come soldi rendeva molto…. Quando avevano fatto dieci semente per quintale era già molto una volta.
 Adesso se ne fanno venti?
Sante: sì, ne fanno venti.
 Qui dove andavate a portarlo in grano?
Sante: a Ceredolo, dove c’era “l’ammasso“.
 Che grano era, sempre lo stesso?
Sante: allora usava il mentana che era molto pregiato per fare il pane come adesso il marzotto o roba del genere.
 Ma come funziona? Uno può piantare le proprie sementi o bisogna prenderne sempre di nuove?
Sante: per esempio questo orzo io l’ho già presa pronta la semente, non semino quello lì quest’anno se devo seminare, perché quello che si spende si raccoglie, se metto la semente nuova la terra fa di più.
 E se invece tiene quella sua vecchia?
Sante: no, non rende così tanto.
 Ma è vero che è anche proibito dalla legge riseminare la propria semente?
Sante: ah si?
Sì, perché diminuiva troppo la resa.
Sante: adesso quest’anno non so quando gli hanno dato sù al raccolto, ma due anni fa 22 mila lire al quintale.
 Una volta con le sementi come si faceva?
Sante: una volta le sementi si facevano in casa, c’era una mondadora, ce l’avevamo qui a Sassuolo.
 Uno che faceva la fabbrica, si era presa una azienda un po’ grossa e usava questo cosa anche per fare il pane, la farina, tutte queste sementi ecco.
 A Modena c’era un centro sperimentale.
Sante: sì, anche a Modena.
 Le prendevate anche là, credo fosse a Bomporto il centro sperimentale?
Sante: eh, ma allora i trasporti erano scarsi perché lo sviluppo è venuto coi trasporti.
 Una volta quindi tenevate una parte di grano, andava pulito …
Sante: per esempio tra amici si barattava, si scambiava da zona a zona. Mio padre per esempio andava qui nel Reggiano perché diceva che avevano delle sementi un po’ più privilegiate. Anche come agricola noi per esempio qui si governava ancora il bestiame con metà paglia e metà fieno, d’inverno invece nel reggiano ci davano sempre il fieno, allora diceva il mio babbo che là erano più avanzati, erano arrivati ad avere la produzione da poterci dare del fieno.
 Lei lo ara sempre il campo?
Sante: adesa a sun ancora bon, fin adesa a vag, abbiamo l’attrezzatura per nostro conto.
 Date dei diserbanti?
Sante: non ci diamo niente, non ce ne abbiamo mai dato; adesso ci hanno consigliato un po’ più fitto in maniera tale che al posto dell’erba se c’è il grano l’erba non ha spazio per venire sù; una volta quando si seminava a mano si teneva piuttosto chiaro, che faceva la spiga più grossa però prendeva forza anche l’erba.
 Lei non ha mai sentito parlare di tecnica di semina sul sodo, senza arare?
Sante: no, non so se è valida.
 Arare fondo, arare meno fondo: lei cosa ne pensa?
Sante: fondo viene sù della terra magra però la siccità ha meno che fare, la siccità dove c’è più scassato prende di meno.
 Ma ci sono dei lombrichi in questa terra?
Sante: sì, ce ne sono, nel magro no, dicono che si possono anche seminare ma non so.
 Ci sono anche le galline, le ha sempre avute?
Sante: sì, sempre avute, una volta avevamo le solite galline nostrane, adesso abbiamo messo sù le francesine.
 Una volta in questa borgata quanta gente ci abitava?
Sante: sette famiglie, eravamo trenta – trentacinque persone.
 Facevate anche il frumentone?
Sante: eh sì.
 Adesso non più?
Sante: no, il frumentone era una produzione grosso al tempo di allora qua, mi ricordo che il campo lì in basso, sarà 9 biolche, metà un anno l’hanno vangato con le vanghe, c’era poi il vigneto e metà l’altro anno c’era tutto frumentone. Si vendeva.
 L’economia era data dagli animali, dal frumento, facevate anche il vino?
Sante: sì, anche il vino, dopo sono venute fuori le cantine che venivano a prendere la nostra tosca.
 Ha ancora la tosca lei qua?
Sante: c’era.
 Adesso che cosa ha?
Sante: c’è anche un po’ di tosca ma poca, c’è del lambrusco, del tocai, quell’altra che fanno qui a Scandiano, bersbechina, tutto roba che è difficile conoscere.
 Lei però non è un grande appassionato di vigna.
Sante: se non ero appassionato non la facevo mica, sa, perché mi è costata dei soldi quella vigna lì.
 Sa che solo di impalonatura ci ho dato 6 milioni, a venire a tirare i fili, l’inquadratura?
Quanto le danno al quintale per l’uva? pagano poco?
Sante: io dell’uva non ne ho mai venduta, ho sempre fatto del vino fino adesso.
 Quindi continua a farlo lei il vino?
Sante: sì.
 Ha la cantina?
Sante: sì, però adesso non c’è più convenienza perché sa, ci vuole della manodopera…
Come fate voi per raccogliere l’uva?
Sante: l’uva si raccoglie bene abbastanza ancora, solo che dopo bisogna fare il mosto, poi metterlo nelle damigiane, fare il travaso, bisogna farsi aiutare. Facciamo 60 damigiane di vino.
 Da quanto sono le damigiane?
Sante: 54 litri di vino.
 Sto pensando alla resa dell’uva.
Sante: rende abbastanza l’uva, è bella grossa.
 Farà 50 quintali di uva?
Sante: ma saranno di più, noi la torchiamo, ma viene uno che fa della grappa, la dò via, non ne faccio mica più io.
 La pigiatura dell’uva la fate ancora con i piedi?
Sante: no, ho la sgraspatora elettrica.
 Quando avete smesso?
Sante: ma è mica tanto che ho smesso, vent’anni fa neanche, c’era un ragazzo che mi veniva ad aiutare e allora si faceva ancora con i piedi, però ci vuole le gambe buone per fare la pigiatura.
 Chi è chi pigiava principalmente, gli uomini?
Sante: gli uomini.