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30/08/2006

Cucina


Documento senza titolo

Guiglia  
Renzo Campioni e Massimo Bononcini
Maestro borlengaio Presidente ProLoco Guiglia
Il borlengo: leggende e preparazione   

PARTE 3

Massimo, lei è il presidente della Pro Loco di Guiglia. Qui siamo in un posto bellissimo che è il Castello di Guiglia, ci vuole raccontare la storia di questo posto?
Massimo: Guiglia è nominata nelle carte dell’Abbazia di Nonantola già attorno all’anno 1000 come insediamento. Il Castello grosso modo come è attualmente risale al 1300, poi ci sono stati dei rifacimenti perché durante una battaglia fu incendiato, in parte venne ricostruito, attorno al 1700 veniva qua in villeggiatura d’estate il duca di Modena, di conseguenza venne ristrutturato come lo si vede adesso, non è più un Castello da difesa ma ha più l’aspetto di un Palazzo. Il Castello ha avuto delle vicende storiche considerevoli perché durante la seconda guerra mondiale era un ospedale dei tedeschi, quando c’era la linea gotica a Montese i feriti venivano portati qui a Guiglia e dentro al castello c’era un ospedale, poi dopo la guerra per un periodo di tempo c’è stato anche il casinò, è stato uno stabilimento termale, nei primi del ‘900 venne ristrutturato dall’Ing. Bush che lo aveva acquistato. Questo ingegnere portò su l’acqua da una sorgente che c’è qui sotto Guiglia.
 Il nome di questa sorgente?
Massimo: si chiama sorgente dei Volti. C’era un’acqua con una grossa presenza di ferro e lui la riuscì a portare a Guiglia e ristrutturò il Castello per farci uno stabilimento termale con camere e albergo, era molto rinomato all’epoca. Dopo la guerra il Castello ha riaperto come albergo ristorante fino a una decina di anni fa.
 Attualmente è di proprietà del Comune?
Massimo: già del 1946 circa è del Comune. Utilizzato adesso per fare mostre, matrimoni, spettacoli, la nostra sagra.
 La vostra sagra quando si festeggia?
Massimo: la nostra sagra è nel mese di maggio, di solito sono le tre domeniche centrali di maggio.
 Sono già 36 o 37 anni che si fa la sagra del borlengo, prima si faceva nella piazza principale del paese poi è diventata troppo piccola la piazza e la sagra è stata trasferita inizialmente nella piazza del Municipio e da 5-6 anni viene realizzata nel Cortile del Castello.
 Se volessimo tornare un po’indietro nel tempo ci vuole dire quali erano le attività che ruotavano attorno al Paese di Guiglia?
Massimo: Guiglia come tutti gli altri piccoli centri della montagna è un paese prevalentemente agricolo, d’estate c’erano quei due, tre mesi sono venivano i villeggianti, siccome qui l’aria è buona si sta bene. Allora era abbastanza frequentato.
 Tornando alle attività agricole…
Massimo: questa è una zona del parmigiano reggiano tipico ed è anche una zona molto votata per la frutta, le ciliegie. Ultimamente anche qualche piccola attività artigianale ed industriale hanno incominciato ad insediarsi nel territorio, però sono sempre realtà piccole e non sufficienti per il fabbisogno della popolazione. L’80% delle persone vanno a lavorare giù a Vignola, Marano, in giro.
 Però visto che Guiglia è un Paese tranquillo, abbastanza vicino a Vignola, si è notato un grande aumento della popolazione, molte persone da Vignola sono venute a vivere qui.
 Quanti abitanti fa Guiglia?
Massimo: adesso siamo sui 4000, 15 anni fa non arrivavamo a 3000, quindi c’è stato un boom anche della edilizia.
 L’agricoltura, invece, è stata abbandonata?
Massimo: l’agricoltura purtroppo è un po’ in ribasso ma è una cosa comune a tutta la Regione, a parte alcune zone che possono avere dei grandi vini, adesso il parmigiano reggiano è in crisi, il latte è in crisi, l’agricoltura è un po’ giù, la frutta viene dall’estero, quindi… purtroppo la campagna è sempre più in abbandono.
 Renzo questi borlenghi sono una tentazione, uno tira l’altro?
Renzo: bisogna piegarli, mangiarli piegati e poi… tàcchete!
Fino a quanti se ne possono mangiare?
Renzo: lei li può mangiare fino che vuole. Non le fanno mica male, sa! Che fa male è il condimento.
 Quei borlenghi che facciamo noi, può mangiarne anche 7 o 8 che non fanno niente, garantisco io.
 Lei quanti ne mangia?
Renzo: io ne mangio pochi. Quando faccio la colla per la sagra… là c’è la fila di tutti i borlengai, gli porto la colla e via allora chiedo: “come andiamo ragazzi, la colla com’è? Salata abbastanza?” “sì, sì, a posto” allora dico: “bene, ho già la mano a salare un paiolo che tien 70 liter d’acqua, lo salo così e mi sbaglio di poco.” Oramai ho preso la mano, ma l’è tant che li faccio, vero Massimo?