02/08/2006
Bar/Osteria
Vignola
Remo Rinaldi
Oste
L’Osteria del Botteghino dagli anni ’30 ai ’90
Ragù delle tagliatelle, tortelloni di ricotta e zuppa inglese
PARTE 4
Quando avete chiuso qua?
Remo: nel 1999.
L’eredità del Botteghino a chi è stata tramandata?
Remo: a nessuno, ho solo una figlia e il marito, perché mica tutti sono
portati, uno che abbia un bar o una trattoria deve tener sempre aperto se no as
va menga, bisogna lavorare tutti i giorni, mica dire “apro solo la
sera”… mezzogiorno e sera, bisogna prenderne sempre.
Quando c’era la raccolta delle ciliegie a Vignola, i raccoglitori
venivano a mangiare qui da lei?
Remo: poco, ce ne davano i contadini, dovevano lavorare, gli davano da mangiare
anche… a volte venivano alla sera a prendere un caffè o a fare
una partita, se no mangiavano quello che avevano preso. I gnivan so da la
montagna, dormivano nel fienile, non avevano casa o letto, nella stalla i
durmivan, acsè, e poi molti venivano giù. Era una zona che
c’era tutta frutta, anche andando in là nelle alte, qua
sopra andavano a mietere con al selgar come si chiama in italiano non
lo so, quel falcetto; si prendeva un po’ di frumento e as feva la mucia
e avanti acsè, erano dei montanari, la gente diceva “a
tulem dei montanari a mietere” perché loro erano abituati.
Allora andavano bene, facevano la campagna della raccolta e poi stavano qui anche
a mietere stavano giù 50-60 giorni perché in montagna viene più tardi
il frumento che qui, poi più alto si va più tardi arriva.
Le manca un po’ la sua Osteria?
Remo: am manca… se devo dire la verità non lo so neanch’io, quand
as pol menga quand as pol più non manca mica, perché anch’io
stare in piedi come stavo allora non ce la farei più, e poi ci vuole la
muier c’la vaga, lei è stata operata all’anca… quand
as pol menga… e poi a voi andèr anca in pension …