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04/08/2006

Allevamento


Documento senza titolo

Monchio delle Corti, Frazione di Palagano
Sante Mucci
Agricoltore
L’agricoltura e i bovini in collina
La monta pubblica  

PARTE 1

Sante: c’era meno da correre allora, anche se c’era della miseria c’era meno preoccupazione.
 Andavamo lì in fondo al mulino, macinavo ad acqua, si stava via una giornata, delle volte anche la notte perché per macinare si stava in fila. Invece oggi abbiamo un mulino di quelli che tritano tutto, col trattore in due ore maciniamo quindici, dieci quintali di roba.
 Il risultato è lo stesso o era meglio quello di prima?
Sante: il risultato di prima era buono, oggi però non si può tornare indietro.
 Quanta terra ha?
Sante: venticinque ettari.
 È sempre stata di proprietà vostra, della vostra famiglia?
Sante: ci siamo allargati, si è sempre comperato per allargarsi, però adesso ci manca la manodopera.
 Suo padre quando ha comperato il fondo?
Sante: nel 1931.
 Dopo la crisi del ’29 che ci fu un calo dei prezzi dei terreni, dimezzarono?
Sante: mi raccontava che la banca gli aveva fatto questa ipoteca che sembrava stesse bene. La banca poi dopo gli diede ordine di vendere dove trovavano, ma anche loro non trovarono mica tanto da vendere e c’è stato chi ha comperato, dopo non riuscivano neanche a recuperare i soldi con l’andare del tempo che si credevano di aver preso.
 Suo padre aveva tenuto il podere lassù quando aveva comperato qua, e là aveva messo un contadino, un mezzadro. Cosa coltivavate?
Sante: frumento, uva, tutto questo terreno anche giù erano tutti filari, dopo nel ’52-’53 quando sono venuti sù i trattori si è cominciato ad arare di traverso, si scalzavano queste piante vecchie.
 Ci faccia un po’ il quadro di come era prima dei trattori.
Sante: prima dei trattori, mio padre era un amatore di buoi, siccome li negoziava anche un po’, andava, sapeva dove erano e comprava un bel paio di buoi per fare i suoi interessi.
 Si ricorda che razze c’erano?
Sante: c’erano i nostrani.
 Come erano?
Sante: con quelle belle corna pari che avevano un valore…
Che mantello avevano?
Sante: era grigino, tirava un po’ la tinta al bianco, però erano scure.
 Non ci sono più?
Sante: eh no.
 Quando sono sparite?
Sante: quando hanno incominciato a venir sù i trattori, le stalle si sono trasformate, perché venivano allevati sù in montagna, li andava a prendere a Piandelagotti.
 Invece la mucca bianca non c’era qua, la modenese?
Sante: noi l’avevamo portata perché aveva delle conoscenze giù a Modena il babbo.
 Che anni erano questi?
Sante: del ’55 – ’60, l’ispettorato dell’agricoltura gli fece conoscere che si poteva prendere un toro da monta, poi l’abbiamo preso e dopo si è un po’ sparsa quella razza qui, la modenese. Però avevamo portato a casa un toro che era talmente civile che dopo le figlie che allevavano venivano giù con tre capezzoli, venivano con quattro capezzoli però del latte facilmente da tre solo, e dicono che era la gran razza che avevano scelto dentro, questo signore giù a Modena, avevano talmente scelto la super... ma venivano fuori dei vitelli da latte che erano uno spettacolo. Poi dopo col caseificio….
 Perché faceva poco latte?
Sante: no, non è che facesse poco latte, era delicata, molto, poi dopo per fare una mucca di quelle lì ci vuole due anni e mezzo – tre, poi viene giù con tre capezzoli. Abbiamo preso anche le rosse, quelle reggiane, che da latte erano una gran bontà, andavano a San Valentino a prendere i vitelli che allora si faceva la monta pubblica.
 Voi avevate la monta pubblica?
Sante: sì.
 Quando avevate le grigie le usavate per tutto, da lavoro, da latte, da carne?
Sante: sì, da tutto, solo che allora il caseificio stava nascendo.
 Dove si trovava il caseificio?
Sante: qua su questa strada, avevano fatto la stalla sociale, uno stallone grande.
 Quando l’hanno fatto?
Sante: penso negli anni ’70.
 Quindi fino agli anni ’70 ognuno aveva le piccole stalle?
Sante: sì, noi siamo rimasti fuori, era da vent’anni che molti poderi qui erano un po’ disastrati.
 Quindi hanno tutti conferito il bestiame alla stalla sociale?
Sante: sì.
 Prima voi gli animali li tenevate in stalla?
Sante: sì, sempre tenuti in stalla.
 Sempre in stabulazione fissa?
Sante: al tempo di allora no, si mollavano ma mica un granché perché mollando il bestiame ci vuole del grande.
 Per il foraggio quindi voi dovevate fare la rotazione con le leguminose, cosa mettevate?
Sante: abbiamo provato a mettere quei prati francesi stabili, si aveva fatto una scelta buona però si fa solo un paio con quelli; invece con la medica si fanno due tagli e se va bene anche tre.
 Quanto tempo va avanti la medica?
Sante: anche otto, dieci anni ma allora si teneva cinque-sei anni.
 Si metteva un anno il grano, uno l’orzo?
Sante: sì, due anni. Una volta l’orzo, una volta il grano.
 Quindi con tutta questa medica non c’è bisogno di concimi chimici?
Sante: tanto no, perché noi un granché non l’abbiamo mai usato. Adesso si usa molto il letame, noi ce l’abbiamo e si usa.
 Il letame delle vostre mucche.  Anche saper tenere una letamaia non è facile, però ormai non c’è più nessuno che la sa tenere, come si fa a tenerla?
Sante: facciamo il meglio che possiamo, una volta si aggiustava il letamaio quando si puliva la stalla, un giorno sì un giorno no, tutti i giorni si teneva murato, si teneva aggiustato, così fuori si essiccava e faceva da muro; poi si usava poco mangime perché è il mangime che fa scorrere e il letamaio tende a scappare.
 Le sue mucche cosa mangiano?
Sante: la maggior parte fieno, perché abbiamo poca manodopera e ci vuole del lavoro ad andare a raccogliere dell’erba fuori, non ho neanche il carro che la taglia man mano, bisogna che la falcio poi col rastrello e il carro passo a raccoglierla.
 Le mucche sono frisone adesso?
Sante: un po’ miste, abbiamo 18 mucche da latte poi abbiamo dell’allevamento, una trentina in tutto.
 Che mucche sono?
Sante: brune alpine, poi adesso abbiamo innestate le frisone con le brune alpine, sono un po’ americane, le chiama il veterinario.
 Quando teneva la monta pubblica quanti tori teneva?
Sante: un toro.
 E come funzionava?
Sante: sa un anno quante ne abbiamo fecondate? 500, 1000 lire l’una ci prendevamo allora. Avevamo questo toro, dentro una gabbia dove si metteva la mucca che ci portavano in calore, tiravamo fuori il toro dalla stalla, lui la prendeva da solo.
 Quante ne faceva di monte dal giorno?
Sante: anche cinque o sei, quel rosso lì aveva del sangue, non temeva mica, non aveva mica difficoltà.
 La stessa mucca poteva tornare più volte?
Sante: sì, qualche volta succedeva ma le portavano di solito nel momento giusto. Ci davamo del favino da mangiare, si macinava a mano, tritato, per il toro, con un po’ di acqua calda si preparava magari la sera per la mattina; ce ne davamo perché quello scaldava.
 Si pagava se la mucca rimaneva gravida?
Sante: la maggior parte restavano gravide ma la paga era sempre una
Quando avete smesso di fare la monta pubblica?
Sante: eh, quando è venuto fuori fa fecondazione, la comodità perché era da suddizione il toro sa….
perchè più che suddizione voleva preparato prima di arrivare ad adoperarlo, portarlo fuori che fosse abituato a portarlo fuori. Ne ho ancora io dei tori, quest’anno ne ho portati qui al macello a Ceredolo tre, solo che si tirano fuori quando si portano al macello.
 Quindi serviva una certa preparazione.
Sante: non è facile, non è una barzelletta; uno di quei bianchi lì la prima volta che ha portato una mucca, era un operaio che veniva a lavorare, abbiamo dovuto aiutarlo a metterlo sù se no non riusciva a lanciarsi. Non l’ha mica presa subito all’istante, però a starci attorno dopo l’ha presa e dopo è diventato un lavoratore enorme. Era buffo questo signore che veniva a lavorare, al dis “era così duro da imparare”…