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07/08/2006

Agricoltura


Documento senza titolo

Lama Mocogno
Francesco Serri
Agricoltore
La rotazione, le qualità coltivate, la fava
Le razze bovine, il cibo di montagna  

PARTE 1

Da quanto tempo ha questo fondo?
Francesco: qui ci siamo da 43-44 anni.
Prima dove eravate?
Francesco: sono nato a Pavullo, la nostra era una famiglia di venticinque persone, poi ci siamo sparpagliati per tutta la Regione.
Cosa facevate?
Francesco: gli agricoltori.
Eravate proprietari?
Francesco: no, eravamo in affitto, mio padre è morto che io avevo nove anni e aveva un contratto di affitto col padrone.
Eravate mezzadri?
Francesco: no, in affitto. Scaduto il contratto ne ha fatto un altro di nove anni, ma c’era una amicizia speciale, se non dicevamo “facciamo uno scritto per altri nove anni” si andava avanti in fiducia perché il costo dell’affitto da pagare era per modo di dire il costo di una pecora.
Cosa coltivavate?
Francesco: grano e erba.
Di grano, di frumento che qualità avevate quassù?
Francesco: allora lo chiamavano ariettone, il Virgilio e i torrenova, senza resca, più facile da lavorarci dietro insomma.
Come produttività erano buoni?
Francesco: allora seminare 20 quintali di grano si facevano 200–220.
Il mentana quindi qui non si seminava?
Francesco: qui sì che l’abbiamo seminato. C’era un altro che si chiamava quaderno che l’abbiamo seminato anche qui, bello bianco, per fare il pane. Comunque il mentana era molto in voga, un grano che faceva bianco, anche l’ariettone faceva bianco.
Quindi lei è stato giù a Pavullo fino a …
Francesco: tredici, quatorz an.
Prima della guerra?
Francesco: sì, fino al ’40.
Allora si arava ancora con i buoi?
Francesco: i avevan tot un tratur gli ultimi anni, che perdevano più tempo a metterlo in moto, si fermava, non andava più.
Li eravate mezzadri?
Francesco: in affitto.
Diceva che seminavate erba, frumento…
Francesco: granoturco.
Di frumentone si ricorda che qualità si piantava?
Francesco: ce n’era uno che lo chiamavano cinquantino, ne mettevano una parte per fare la polenta perché faceva più giallo. Si seminava poi anche da dare da mangiare alle mucche.
Poi Francesco?
Francesco: orzo, delle mazze d’orzo, avevamo quaranta, cinquanta bestie, alora pareva na quantità…
Com’era la rotazione?
Francesco: il granturco, quella roba lì, si seminava in primavera, il grano d’autunno.
Facevate due anni grano e poi la medica?
Francesco: allora c’era l’abitudine che il secondo anno si metteva dentro la medica.
Dentro al grano?
Francesco: sì, si seminava la medica in primavera in mezzo al grano con dei rastrelli, rastrellavano tutta la terra quando il grano è ancora piccolino.
Come mai si faceva così?
Francesco: per risparmiare un anno, per lavorare un anno in meno che dopo poi la medica spesso veniva, quando tagliava il grano si metteva senza piovere e spariva, moriva perché era talmente debole in mezzo a questo grano alto…
L’anno successivo su quel terreno cosa si metteva?
Francesco: il medicaio sempre per fare il foraggio.
Per quanti anni si teneva il medicaio su quel terreno?
Francesco: ah si faceva la rotazione, ma allora non ci stava mica tanto, è tornato più adesso perché il grano non costa niente, non si può produrre il grano, allora era la risorsa prima il grano, eh, a quei tempi…
Adesso a loro conviene tenere la medica più che possono?
Francesco: per dare un’idea, allora con un quintale di grano si comperava le scarpe per tre, quattro ragazzi, adesso ce ne vuole dieci di quintali per comperare le scarpe a uno, è così eh… allora era la materia prima il grano, quando in casa avevano il grano erano belli soddisfatti.
Eh, si mangiava...
Francesco: lì era una casa che come mangiare si andava perché macellavano due, tre maiali o quattro, per le famiglie di allora in casa nostra si stava bene fin che siamo stati lì che c’era mio padre. Dopo le cose hanno cominciato a cambiare, dei ragazzi poco esperti. Anche mio zio non si era mai interessato, mio padre era il più vecchio, faceva gli interessi lui, le cose dopo sono peggiorate finché non ci siamo messi in strada un po’ più noi.
C’era stato poi anche il periodo della guerra...
Francesco: sì.
Perché dopo siete venuti qua, eravate in affitto?
Francesco: no, a mezzadria.
Quindi in affitto prima e poi a mezzadria qui in montagna, com’era il contratto di affitto a quell’epoca?
Francesco: ah si faceva il contratto di affitto. Chi lo faceva per tre, chi lo faceva per cinque, chi otto, nove insomma dipendeva. Noi l’abbiamo fatto per nove poi è stato rinnovato per altri nove poi è capitata la guerra. Sì perché col padrone eravamo quasi tutta una famiglia, eravamo tutti in un cortile, mio padre non stappava una bottiglia senza chiamarlo a bere un mezzo bicchiere di vino, due fratelli, nel cimitero di Montecuccolo ha fatto un piccolo monumento, è il padrone che ce l’ha fatto in ricordo.
Era quindi un grande proprietario?
Francesco: ma no, lui faceva l’impresario, aveva quel fondo lì, l’aveva dato in affitto per non avere noie.
E si pagava poco di affitto?
Francesco: si pagava molto di affitto, però dopo pagavamo il costo di una pecora, ci davamo 10.000 lire all’anno.
In che anni?
Francesco: circa nel ’25.
Quando siete venuti qua invece eravate mezzadri, ci diceva, come era questo contratto?
Francesco: ah lì non si faceva mica nessun contratto, tutti gli anni se non facevi il tuo dovere ti davano lo scomio.
Le bestie erano vostre?
Francesco: si veniva via da quel fondo, si faceva una stima, si lasciavano quelle lì e qui si trovava quelle sul nuovo fondo e si faceva la stima.
Come era la ripartizione?
Francesco: a metà, poi è andato al 53 e via, era 50 per 50 le spese poi anche le entrate.
Metà tutto, anche il latte?
Francesco: sì, metà tutto.
Poi invece è cambiato?
Francesco: si è arrivati al 53, poi dopo si facevano dei contratti. Il padrone magari diceva per modo di dire: ti do il 60 perché piuttosto che lasciare le cose come andavano, dopo contrattavano.
Che anni erano quando hanno iniziato a cambiare le cose?
Francesco: ah appena finito la guerra, lo chiamavano il lodo de Gasperi.
Quando è finito il rapporto di mezzadria?
Francesco: ah è finito quando i mezzadri sono scappati tutti, è finito da solo, non si poteva neanche più farlo un contratto di mezzadria verso il ’50-’55, addirittura era venuta fuori una legge che il contadino poteva reclamare l’affitto ma non lo faceva nessuno… me ero uno che ho sempre un po’ tribolà con i padron perché quando c’era una cosa che mi spettava io la volevo “ma tu sei sempre quello davanti” “ma non chiedo mica niente per gli altri, lo chiedo per me che mi spetta”.
Poi siete venuti qua, su questo fondo, e l’avete comperato.
Francesco: sì, abbiamo comperato questo fondo io e mio fratello, qui è Lama.
Adesso cosa coltivate qua?
Francesco: sempre il solito, laggiù abbiamo anche la vigna.
Il solito che cos’è?
Francesco: grano pochissimo, orzo un po’, lo maciniamo per dei vitelli, e poi foraggio.
Una volta le sementi dove si prendevano?
Francesco: li rinnoviamo noi una parte, ma tutti gli anni magari ne seminavamo venti quintali che l’anno dopo prendevamo sù la semente per rinnovare ogni tanto.