11/08/2006
Giornalista
Fanano
Almo Pasquali
Giornalista e scrittore
Usi e tradizioni agrarie, coltivazioni e tecniche – La castagna
PARTE 3
Ci racconta anche delle altre coltivazioni che interessavano questa
zona?
Almo: un tempo c’era la coltivazione del gelso per esempio, del baco da
seta ma qui andiamo nell’800, quando Modena era un po’ al centro
della coltura della seta che noi abbiamo avuto. C’erano un po’ in
tutta la montagna queste coltivazioni, anche questo lo ho messo nel secondo mio
libro dove parlo della tessitura, tutta la coltura del gelso. Altre colture:
c’era la frutta, qui non importavano la frutta, si mangiava quella locale,
le pere, le mele, i susini; al mercato quando alla domenica c’era un noto
mercato che venivano da tutti i territori intorno, era poi frutta raccolta dalle
nostre piante, frutta naturale magari con qualche bachino dentro.
Ricorda le qualità di frutta?
Almo: i pir buter, il perino di San Giacomo, le mele renette. Non sono
molto attento a queste qualità, magari le vedo, le conosco quando le vedo.
Si seminava la patata che era molto importante: specialmente nelle frazioni alte
c’è una terra arenaria e la patata ha bisogno di un terreno soffice,
specialmente Fellicarolo, Ospitale, Serrazzone alto, c’erano delle patate
speciali… anche adesso. Poi il mais, il granoturco, la canapa c’è stata
anche quella, addirittura qui c’è una frazione che si chiama Canevare
dove si vede che c’era una coltura di canapa, sempre nei tempi passati.
La segale?
Almo: anche, sì, il marzuolo che era un tipo di grano che facevano sù in
alta montagna; è un grano di primavera, non lo seminano d’autunno,
lo seminano in primavera e lo andavano poi a mietere in settembre. Tante volte
dovevano mieterlo e finire di seccarlo nel forno perché oramai cambiava
la stagione, ma facevano un pane con un profumo che quando lo cuoceva veniva
riempita tutta la valle con questo profumo del pane.
Oltre al marzuolo c’erano delle altre qualità di grano?
Almo: c’era la segale, l’orzo e poi ai miei tempi… chi si
ricorda?