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04/08/2006

Agricoltura


Documento senza titolo

Palagano
Pietro Ferrarini
Contadino  
Il castagno – Il metato Cucina di castagna – Vita in campagna
La battitura della falce  

PARTE 4

Pietro batte la falce

Pietro: una volta ci mettevano un pezzo di legno come per bietta. Queste viti sono state inventate dopo tanti anni, si batte in modo che si assottiglia, è come affilarla.
 Non sbaglia mica un colpo.
Pietro: mah, ormai sono pratico… bisognerebbe che il taglio della falce e l’incudine non si conoscesse… sa com’è, si fa una gran fatica a fare questi lavori, una volta li facevano tutti quelli che lavorano la terra... non è mica un divertimento poi…
Quando lei era piccolo quanti eravate qua?
Pietro: dei fratelli 3, tutta la famiglia in 5. C’era la povera mia sorella che era una ragazzina piccola e mio fratello che era circa della medesima età.
 Che animali avevate da portare al pascolo?
Pietro: eh le mucche, anche qualche pecora.
 Che mucche erano?
Pietro: erano nostrane, allora era di quelle nere e grigie; dopo è cambiato, c’erano le brune alpine, c’erano le bianche, delle rosse reggiane.
 E le pecore?
Pietro: le pecore, quelle normali da latte, senza corna, facevano anche il doppio tante volte, erano buone da fare il formaggio. Poi si faceva anche per avere un po’ di lana per fare delle calze, delle maglie: bisognava adattarsi per tirare avanti, tutti avevano alcune pecore 4, 3, 5.
 Il formaggio era un po’ di mucca, un po’ di pecora?
Pietro: sì, il formaggio era buono, un po’ mischiato.
 C’erano anche i maiali?
Pietro: uno, anche due.
 Faceva comodo il maiale, da fare un po’ di prosciutti e di quelle cose lì.