23/06/2006
Raccolta spontanea
Fellicarolo, Frazione di Fanano
Domenico Corsini
Antonio Lucchi
e Helen Raemy
Raccoglitori di frutti di bosco e funghi
PARTE 2
Antonio, lei un tempo raccoglieva frutti di bosco?
Antonio: da ragazzo, a 9-10 anni partivo da Fanano e venivo qua ai piedi del
Cimone per raccogliere 4-5 kg di fragole o di lamponi, le fragole vengono un
po’ prima.
In che periodo vengono le fragole?
Antonio: a giugno.
E i lamponi?
Antonio: un po’ più tardi.
Che cosa facevate con questi frutti una volta raccolti?
Antonio: qualcosa si vendeva, qualcosa si mangiava con un po’ di zucchero
e vino, era il nostro dessert.
Domenico: le fragole e i lamponi mia madre li raccoglieva qua e a piedi li portava
all’Abetone perché c’era più commercio, le andavano
a vendere là.
Antonio: non che se ne raccogliesse tanti, più della metà si davano
alle botteghe a Fanano da vendere che dopo si comperava qualcosa altro e se no
si mangiavano.
Si mangiavano in che modo?
Antonio: condite come le ho detto prima.
Domenico: con un po’ di panna perché c’era latte a volontà.
Antonio: noi avevamo le pecore anche.
Si faceva qualche sciroppo?
Antonio: con il lampone.
Con la fragola no.
Marmellate invece?
Antonio: mia madre non era portata ma qualche d’uno le faceva.
Lei signora Helen coltiva frutti di bosco?
Helen: noi abbiamo un’azienda agricola dove coltiviamo e trasformiamo i
frutti di bosco col metodo biologico, la maggior parte dei frutti di bosco che
abbiamo sono quelli della nostra coltivazione. Una parte, che sono i mirtilli
dalla raccolta spontanea, li prendiamo dai raccoglitori e poi facciamo le confetture,
il succo puro, sciroppati, come anche dell’altra frutta. Adesso, sul mirtillo, è stato
fatto il marchio, quello dei sapori e delle tradizioni alla Camera di Commercio
che dovrebbe tutelare un po’ il nostro mirtillo che è molto prezioso.
Lo hanno anche analizzato per diversi anni. In spontaneo non si trova più il
lampone, allora noi lasciamo raccogliere nel nostro campo i lamponi che è una
via di mezzo tra quello che uno andava a raccogliere una volta come esperienza;
invece di pagare un tot si paga meno però te lo vai a raccogliere. Noi
lavoriamo anche in parte con le piante spontanee.
Quante piante spontanee? Quali?
Helen: il sambuco, con le bacche di sambuco facciamo la gelatina e col fiore
del tarassaco facciamo una vecchia ricetta che una volta chiamavano il miele
di tarassaco che abbiamo trovato e facciamo.
Non lo chiamiamo più miele perché la legge impedisce di chiamare
un prodotto che non viene dalle api: è “la delizia di tarassaco”,
si fa con i petali di tarassaco. Ne facciamo in piccole quantità ma tutta
la nostra trasformazione è piccola.
Che voi vi ricordiate, si prendevano altre erbe oltre a queste
un tempo?
Helen: con i fiori del sambuco si fanno gli sciroppi, qua forse è poco
usato, non vorrei dire delle cose che usavano nelle mie parti e non qui.
Riprese di bianche al pascolo Questo è il pettine per
la raccolta dei mirtilli?
Antonio: è quello che usavo sessant’anni fa io.
Domenico: quello lì non penetra mica nelle piante, adesso quelli che abbiamo
penetrano nelle piante.
Allora le piante erano più pulite perché c’erano le
pecore e le mucche, l’erba non c’era invece adesso sono più sporche,
se non hai un pettine che penetra non prendi mica il mirtillo.
Qui le mucche e le pecore sono sempre andate al pascolo brado?
Domenico: sì, mi ricordo che c’erano delle piantine piccole di mirtillo
quando c’erano le pecore, poi hanno cominciato ad aumentare, adesso hanno
preso le valli.
Cosa seminavate qua?
Domenico: il marzuolo; allora veniva, adesso forse non verrebbe neanche più,
non matura più.
Perché?
Domenico: perché dopo arriva il freddo che è ancora da maturare,
degli anni forse ce la farebbe, degli anni forse no.
Col marzuolo ci facevate la farina?
Domenico: sì, il pane; anche la segale veniva, con questa facevamo la
farina per le mucche, la segale la tagliavano lunga e impagliavano le seggiole
una volta.
Qui poi aveva le castagne?
Domenico: ogni famiglia aveva un castagneto, se non lo aveva... quando ero ragazzo
io andavamo a prendere su le castagne a metà dal prete che aveva tanti
pezzi di terreno… a mezzadria.
Antonio: ci alzavamo la mattina, prima di andare a scuola bisognava andare
a raccogliere un cesto di castagne dietro le strade comunali perché il
padrone non poteva dire niente raccogliendoli dalle strade.
Ci diceva prima che per il pascolo ognuno aveva un pezzo anche
sù in montagna?
Domenico: noi per esempio abbiamo dieci ettari di terreni qua e dieci ettari
di terreno lassù. Qui ogni famiglia aveva delle pecore.
Come facevano a tenerle divise una volta che andavano al pascolo?
Domenico: c’erano tanti ragazzini, solo in quella borgata lì sopra
da noi ce n’erano 70, allora ce n’era della manodopera…