25/07/2006
Farina
Nonantola
Centro Anziani Nonantola
Associazione Ricreativa e Culturale La Clessidra
Maria Bozzali, Diana Guerzoni, Deanna Guidetti, Mirella Montosi
Rezdore
Augusta Guerzoni
Contadina
Giorgio Boccaleoni
Agricoltore
Preparazione della sfoglia e del gnocco, della pasta al torchio
“Fare la foglia”
Canti delle mondine
Antiche varietà di frutta
PARTE 3
Maria nel frattempo sta continuando a impastare il gnocco
Maria: la mia mamma mi insegnava a prendere la farina con un piatto dentro il
sacchetto, circa tre porzioni era la dose della nostra famiglia, poi si mettevano
tutti gli ingredienti lievito, sale, metà acqua e metà latte
va impastato e lavorato molto per tirarla a piccole dosi. A volte quando
c’era la polenta soprattutto d’inverno si prendeva la pelle della
polenta rimasta a bagno nell’acqua, tiravamo via la pelle si metteva
in mezzo alla farina impastavamo e si faceva il gnocco così.
Qual era il gnocco più buono?
Maria: era più buono quello con la polenta perché c’era un
po’ di granoturco ed era un pochino più saporito, con la polenta
era una cosa nuova che si mangiava poche volte in un anno. Poi tiravamo
la pasta facevamo dei gnocchini piccoli per i bambini, il resto invece si faceva
un gnocco grande di una bella consistenza poi si prendeva il coltello e si tagliavano
i pezzi; si metteva un po’ di strutto nella padella di rame attaccata al
camino quando lo strutto bolliva ci mettevamo dentro il gnocco. Con una
forchetta questo qui si faceva così perché quando si coceva si
alzava meglio, con questi fori diventa più friabile.
Quanto se ne mangiava di gnocco?
Maria: tre, quattro pezzi non tanti perché c’era un po’ la
misura, delle volte c’era la cipolla da puciare con un po’ di sale,
l’olio si contava invece adesso se non c’è il piatto del salame,
del prosciutto, del formaggio non si fa mica il gnocco fritto mentre allora si
faceva così