15/09/2006
Mulino
Gombola, Frazione di Polinago
Massimo Montanari
Guida
Mulino e Podesteria di Gombola
Il pane fatto in casa
PARTE 3
Perché la ruota funziona meglio? Perché consuma meno acqua,
infatti grazie alla ruota non c’è più bisogno di una vasca
di contenimento, tutta l’acqua che noi abbiamo cade proprio sulla ruota,
con pochissima acqua la ruota si muove.
Siccome la ruota è fatta a vaschette, quando una, due, tre vaschette
sono piene la ruota gira perché ogni vaschetta contiene 10, 15 litri d’acqua,
quindi quando queste tre sono piene ci sono 50 litri di peso.
Il peso fa cadere la ruota e questa comincia a girare, man mano che scende
l’acqua una volta che la ruota grande è partita non si ferma più,
si sfrutta la forza cinetica dell’acqua, la forza dell’acqua che
cade, quindi non c’è più bisogno della piscina.
Altra cosa importante dei mulini di una volta è che non si consuma
niente, l’acqua presa dal fiume viene usata e ributtata nel fiume.
Tre canali che riportano tutti l’acqua verso il fiume.
Questa è la gora, in fondo là dove ci sono 4 metri di profondità c’è una
finestrella una volta aperta: l’acqua va giù, naturalmente quando
apriamo la finestrella il livello dell’acqua si abbassa, quindi non va
più giù di lì.
Ora sta andando lì perché adesso il mulino è fermo.
Qua abbiamo i canali, questo è stato preso dal fiume avanti circa
300 metri.
Ovviamente il fiume è più alto, quando noi apriamo quella
botola lì l’acqua cambia direzione, comincia ad andare su questo
canale di ferro e far funzionare la ruota.
Quando d’estate c’è poca acqua come adesso, le cucchiaie
funzionerebbero per un po’, poi si fermano perché non c’è abbastanza
acqua, allora si chiude questa paratia.
Proprio come succedeva una volta, ancora oggi si mette la farina dentro
i sacchi che vengono posizionati nei basti e verranno portati sù al Castello
di Gombola dove avverrà il laboratorio del pane naturale, come una volta,
con la setacciatura della farina.
Perché questa è una farina integrale, piena, che va pulita;
ovviamente contiene anche un po’ di polvere di pietra e i pulviscoli naturali
dei campi.
Lasciamo quindi l’antico Mulino di Gombola chiamato anche Mulino
Varatti perché da più di quattro generazioni è casa della
famiglia Varatti.
Diego e la Bruna lavorano tutti i giorni a questo mulino che è un
museo, ma un opificio che tutti i giorni vende anche al pubblico la farina.
Come una volta, da quattro generazioni, è l’unico mulino
che è rimasto a funzionare nella valle del Rossenna, una valle che contava
più di 30 mulini, da Montecantiere a 1650 metri vicino alle Piane di Mocogno
fino allo sbocco del Rossenna che è un affluente della destra del Secchia,
in questi 37 chilometri di valle più di 30 mulini funzionavano.
Solo nel paese di Gombola ce n’erano tre, tutti bombardati durante
la seconda guerra mondiale, il mulino Verratti è l’unico rimasto
in funzione, speriamo ancora per molto tempo fino a che Diego e la Bruna rimangono
qui con noi.
Questa farina qua vedete come è grassa, c’è dentro
tutta la roba, allora la dobbiamo pulire perché è stata macinata
a pietra, la macina andando lenta non fa esplodere il chicco ma lo schiaccia,
quindi ci sono ancora le vitamine intere, la setacciamo così ci rimane
sù questa cosa che è la crusca, poi la mettiamo in secchio e la
diamo agli asini.