28/07/2006
Cucina
Reno Finalese
Sergio Coa
Cuoco
Frittelle di baccalà con l’anima
Zuppa Inglese
PARTE 2
Poi faceva i tortelloni di zucca, la mamma faceva la sfoglia per i tortello
normale e nel ripieno con la zucca e il formaggio, sale e pepe, ha sempre messo
gli amaretti.
Anche il pane grattato?
Sergio: se la zucca era umida eri obbligato a metterci un po’ di pane perché metterci
troppo formaggio non è che era l’ideale, perché il troppo
formaggio fa il filo.
Quando si preparavano i tortelli di zucca?
Sergio: alla sua stagione, adesso che ci sono le zucche, settembre, ottobre fino
a gennaio, febbraio.
Questo è l’unico modo per assaggiare se sono salati o dolci.
Per esempio alla mamma piaceva molto quando aveva la possibilità fare
le tagliatelle con piselli e prosciutto.
Come si prepara il ragù?
Sergio: si prende del prosciutto, si affetta mezzo centimetro di spessore.
Sta parlando di che prosciutto?
Sergio: crudo, si fa rosolare il tutto con i piselli in mezzo. La procedura è:
fai il battuto con un po’ di cipolla e uno spicchio d’aglio, i piselli
li hai già lessati prima, poi butti dentro il prosciutto lo fai rosolare
appena, va cotto poco perché più lo cuoci più diventa duro,
poi ci si mette i piselli, quando sei alla fine ci va un cucchiaio di panna,
ma un cucchiaio per amalgamarlo un po’.
La mamma ci metteva la panna?
Sergio: sì, l’abbiamo sempre avuta perché eravamo vicino
al caseificio, se non andava lei a prenderla gliela portavano mezzo litro, un
quartino, tutte le volte che lei lo voleva.
Per soffriggere usava il lardo?
Sergio: per le minestre sempre l’olio, il lardo si usava per il gnocco
fritto, allora era un sistema bello da fare perché non è che ne
facessero tanti triangolini come fanno adesso, se ne faceva uno grosso così:
con quello si faceva colazione, mangiavi con quello lì, era un po’ spesso.
Anche le frittelle della pasta avanzata, ad esempio pasta e fagioli, si faceva
una pastella e si facevano le frittelle. Delle volte si faceva avanzare la pasta,
si mangiava una fettina di pane, per poter fare le frittelle.
Aspettiamo che si raffreddi il baccalà fritto.
Sergio: la mamma era brava anche a fare i maccheroni al pettine,
quel pettine lì è un pettine da tela dove facevano la tela con
la canapa perché a Santa Caterina c’era un convento di suore, nell’occasione
del Pico della Mirandola è nato il maccheroni al pettine, perché il
Pico della Mirandola aveva la residenza estiva a Concordia, a Palazzo Taccoli,
sul Secchia c’erano tre mulini ad acqua che erano di sua proprietà,
per macinare il grano. In quell’occasione gli hanno fatto una pasta nuova
col ragù di pollo e hanno condito i maccheroni.
Questi maccheroni quindi sono conditi con la carne di pollo.
Sergio: si fanno in diversi modi, noi li facciamo col pollo, col piccione, coi
fegatini, coi funghi, con il ragù alla bolognese.
La vostra ricetta tradizionale quale era?
Sergio: tradizionale era con il pollo, allora ce n’erano.
Con che parti del pollo?
Sergio: tutte, si disossava.
Anche con la pelle?
Sergio: di pelle mi agan mit dentar poco... perché se ti viene
in bocca quel filo lì, però un po’ di pelle ne devi mettere
perché è quella che condisce il ragù.
In questo ragù ci andavano dentro anche le verdure?
Sergio: tutte le verdure, carota, sedano, cipolla.
Pomodoro?
Sergio: pezzettini di pomodoro, ma non concentrato come il ragù normale,
solo il pomodoro che il ragù restasse bianco, la carne vedevi che era
bianca.
Ci spiega cosa sta facendo?
Sergio: ho messo il baccalà fritto dentro alla pastella di modo che si
amalgami il tutto, diamo una giratina.
Il baccalà fritto prima, una volta raffreddato, l’ha
spezzettato e l’ha messo dentro nella pastella.
Come secondi piatti a casa vostra cosa si usava fare?
Sergio: beh come secondi piatti a seconda dell’estate o dell’inverno,
d’inverno si mangiava più maiale, tipo salsicce, tipo braciole,
tipo rognoni trifolati.
E il pesce?
Sergio: a casa nostra c’era il pesce, di fiume, come la tinca, la carpa,
il gobbo, il pesce gatto, lumache, anche allora si facevano in un modo diverso.
Come?
Sergio: in umido, invece io ho imparato a farle alla bourguignonne.
In umido come si facevano?
Sergio: volevano lasciate almeno quattro giorni nella crusca, nella farina che
si spurgassero, che si pulissero, poi dopo venivano bollite ma fuori dalla cucina
perché emanano un odore ghignoso; poi dopo si tiravano fuori dal guscio.
Con cosa?
Sergio: con una pinza o uno stuzzicadenti, poi dopo facevi aglio... anche lì,
a seconda delle usanze, c’è anche chi l’aglio non lo mette.
Voi invece?
Sergio: aglio e un po’ di pomodoro alla fine.
A casa vostra come si preparava il pesce?
Sergio: il pesce piccolo, il pesce gatto per esempio si faceva infarinato e fritto
e si mangiava così, croccante; invece quando erano grossi i pesce gatti
allora quelli si friggevano con la stessa procedura, poi si passava con piselli
in umido col pomodoro; facevi il battuto a parte con i piselli in una teglia
dove avevi messo cipolla, sedano, carote e pomodoro passato e poi si adagiavano
i pesci gatti, li mettevi 10 minuti al forno e si servivano, era una cosa eccezionale
che si mangiava con la polenta.
Noi tutti gli umidi si mangiavano con la polenta. Con la polenta noi mangiavamo
lo spezzatino di vitello, oppure anche lo stracotto di somarina, un piatto povero
allora adesso invece costa caro.
Quando si preparavano questi piatti?
Sergio: a secondo di quando c’era la carne, a secondo del tempo che aveva
la mamma di cucinare perché se non aveva tempo tante volte mangiavamo
anche la frittata coi cipollotti, ma solo il gambo dei cipollotti, perché i
cipollotti li mangiavamo con l’olio, invece con i gambi si faceva la frittata,
eccezionale.
Lo stracotto di somarina?
Sergio: si chiama stracotto perché ci volevano cinque ore di cottura,
si faceva dei pezzettini specialmente la parte sotto, quella muscolosa.
Sta friggendo le frittelle di baccalà con l’anima.
Lei ha insegnato a cucinare a qualcuno della sua famiglia?
Sergio: sì, alla mia signora e a mia figlia che tuttora fa la pizzaiola
a Mirandola.
Quindi hanno imparato a cucinare tutti da lei, anche sua moglie?
Sergio: sì mia moglie fa i piatti di Salerno, io vado matto per i suoi
piatti.
Mia figlia non ha mai voluto cucinare ma gli tocca qualche volta lag
va in cusina.
Ma è capace di fare la sfoglia sua figlia?
Sergio: sì la sfoglia è la prima cosa che da noi si impara. Ecco
qua le frittelle di baccalà con l’anima, con l’anima perché dentro
si vedono i pezzi di baccalà quando mangi.
Una frittella di baccalà con un bicchiere di vino era
la colazione ideale di allora.
Sergio: la colazione del mattino ma ia fava un po più grustinini,
litigavano quella volta che del baccalà ag n’era solo un
pezzettino dentro e non due o tre allora i sin casava.