25/08/2006
Fascismo
Pavullo nel Frignano
Luisa e Maria Ghibellini
Proprietarie terriere
La famiglia aristocratica di montagna: modo di vivere e educazione
Racconti e descrizione dell’alimentazione di una volta
PARTE 4
Visto che a lei piaceva tanto fare i dolci, faceva anche le marmellate?
Maria: mi piaceva tanto farle e pure mangiarle, le marmellate… si faceva
il cosiddetto sapore, la marmellata di amarene, quella lì la facevo, ma
in generale poche marmellate.
Lei ha sempre fumato?
Maria: ho cominciato in tempo di guerra quando non c’erano le sigarette.
Si comperava il tabacco e le cartine, si arrotolavano e si faceva la sigaretta,
però molte rimanevano vuote, allora mio fratello mi diceva: “queste
qui buttale via” e io dicevo: “eh no”. Poi mi sono messa a
fumare e fumo ancora, e sono parecchi anni e tutti mi dicono: “ti fa male,
ti fa male” e io dico: “beh guarda arrivata a 96 anni, se va a fare
anche male, non me ne ruba molti degli anni…”
La Vigilia di Natale ci ha detto che c’era una cena particolare,
ma anche il venerdì di magro?
Maria: sempre minestra di fagioli, insomma una minestra da magro, la carne al
venerdì non si toccava, si facevano delle uova, delle frittate.
Pesce niente?
Maria: pesce niente. C’era il cosiddetto baccalà, allora non c’era
il pescivendolo. Il baccalà non era mica cattivo, si facevano le frittelle
di baccalà, erano buone, il pesce era quello. Una volta c’era meno
abbondanza di roba…
Ma questo è sempre vostro vino?
Maria: no, il nostro vino l’è brusc, prendiamo le damigiane
di vino, dov’è che lo pigli il vino?
Luisa: lo prendo lì nella bassa… adesso non mi ricordo.
Maria: quando uscivano c’era sempre con noi la zia della mamma, ci
accompagnavano sino alla montata poi tornavamo a casa, quella era l’estate.
Quindi eravate sempre controllate?
Maria: sempre.
Allora come si conoscevano i ragazzi?
Maria: i giovanotti ci saranno stati ma…
Luisa: si conoscevano se erano di famiglia, parenti, amici, cugini, amici di
cugini, comunque noi ci hanno tenute sempre molto lontane.
Le occasioni per vedersi quindi quali erano, venivano a trovarvi
qua in casa, si facevano delle cene?
Maria: quelli che venivano a fare le cene erano poi amici del babbo, non amici
nostri, e li organizzava la mamma, la donna di servizio, noi no. Una volta c’era
un ufficiale e lei diceva “ma c’è quell’ufficiale lì che
non fa che passare avanti e indietro”, non si era accorta che le faceva
la corte, per dire quanto eravamo ingenue. “C’è quell’ufficiale
che diventa anche noioso sempre lì sotto il balcone” “ma non
capisci che ti fa la corte?” “ma nooo”. Queste eravamo noi.
Luisa: questo era il nostro mondo.
Maria: allora venivano i reggimenti perché a Pavullo c’era
molto movimento d’estate, gli ufficiali, i sottoufficiali.
Erano quelli dell’Accademia?
Luisa: poi c’era anche il campo di aviazione. Veniva l’accademia
di Caserta, c’erano tutti questi cadetti, tutti eleganti, con degli spacchi
lunghi così, davano molta animazione, molta vita al paese, vita elegante.
Facevano le feste da ballo là da Zanotti, le signorine avevano l’abito
lungo, facevano anche i concorsi di eleganza, Miss Pavullo, era tutto più raccolto.
Le feste da ballo le facevano una volta, due volte all’anno non come adesso.
Voi però non andavate a queste feste?
Maria: noi no. Stavamo a guardare sta gente che ballava e basta, ci hanno tenuto
molto severamente.
Luisa: ci hanno tenuto così, ma una volta era poi così, specialmente
qua in montagna; forse in città era un’altra cosa, qua in montagna
c’era una mentalità molto chiusa. Quando uno le faceva la corte
e aveva intenzioni serie andava a chiedere il permesso al babbo, non è che
facesse degli approcci con la persona interessata, chiedeva al babbo se poteva
frequentare la figlia. Noi siamo nate nei primi nel ‘900 però abbiamo
avuto l’educazione dell’800, quindi siamo indietro di due secoli.
Maria: e ormai ci rimarremo, Luisa.
Il periodo del fascismo qui come è stato?
Luisa: abbastanza tranquillo.
Maria: per noi sì, noi bambine di politica non ci intendevamo, allora
ci facevano marciare, ci divertivamo.
Luisa: è stato un periodo tranquillo, tutte quelle cose che si sentono
adesso, che i fascisti facevano qua e là, qui non è mai successo
niente. I fascisti erano amici con i comunisti, era più una vita di famiglia.
Maria: è stato il periodo più bello della nostra vita, io
la penso così.
Luisa: noi eravamo le piccole italiane, perché c’erano i balilla,
i piccoli italiani, gli avanguardisti.
Noi delle piccole italiane avevamo la divisa, sotto la gonnellina blu e
la camicetta bianca, quando c’erano delle ricorrenze allora andavamo tutte
in divisa, poi si andava in corteo, bisognava portare la ghirlanda ai caduti
in guerra.
Maria: noi non intendendoci di politica guardavamo solo al nostro comodo.
I vostri studi dove li avete fatti?
Luisa: qua a Pavullo, poi a Modena due, tre volte la settimana a prendere lezioni
di inglese, di piano.
Poi dopo le professoresse che venivano qui al liceo, alle medie, venivano
il doposcuola a dare lezioni a noi. Una volta le signorine del mondo bene una
volta ricamavano, suonavano il pianoforte e leggevano le lettura. Non è che
potessimo scegliere molto, c’era il cinema ma molto più avanti,
davano spettacoli due volte alla settimana.
Andavate anche a Teatro?
Luisa: c’era il cinema teatro, il teatro c’era e veniva su una compagnia
di Modena che era la compagnia del Bentivoglio e dava proprio delle belle commedie
dei nostri tempi.
E l’opera?
Maria: a noi piaceva, però a Pavullo non c’era.
Luisa: una volta, mi ricordo, hanno fatto il tentativo di dare il Rigoletto
al cinema Curiel, lo chiamavano allora, è stato un fiasco perché il
teatro non si prestava.
Maria: a teatro ci hanno portato giù una volta o due ma poche nella
nostra vita.
Il libro che amate di più?
Luisa: Daniele Cortis, tutti quei libri lì, ne ho letti tanti ma però adesso
non mi ricordo. Io soprattutto amavo le poesie, ne ho studiato tante.
Ha scritto qualcosa anche lei?
Luisa: non scrivevo, leggevo e mi piaceva molto, ho in camera ancora i miei libri
di poesia e ogni tanto me li vado a leggere, i nostri autori preferiti erano
Pascoli, Carducci e d’Annunzio. Più che i romanzi mi piacevano i
libri di poesie.