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28/07/2006

Pescatore


Documento senza titolo

Finale Emilia
Augusto Malaguti e la moglie Lea Luppi
Ranaro e rezdora  
La pesca della rana: l’uso del faro e della canna.
Cucinare la rana  

PARTE 2

Oltre alle rane pescava qualcos’altro?
Augusto: sì, qualche biscia. La biscia, quando vedeva il fiocco ballare a fior d’acqua era attratta.
 Quando me ne accorgevo davo una gran frustata e la biscia volava in campagna.
 Con altre canne che pesci pescava?
Augusto: pesci gatti, qualche carpa. Mi piaceva di più pescare col bilancino.
 Da noi cosa si pesca?
Augusto: allora c’erano anguille, pesci gatti, tinche, cefali, cavedani, tante specie, delle ceppe. Dentro il Panaro c’era un’acqua speciale.
 Come si cucinavano principalmente questi pesci?
Augusto: fritti o in umido o anche al forno. La carpa, detta il “gobbo”, principalmente veniva fatta al forno.
 Ha trovato anche dei gamberi di fiume?
Augusto: negli ultimi anni sono andato a gamberoni d’acqua dolce. Prima non ce n’erano poi ho cominciato a sentir parlare che andavano dalle parti di Molinella. Poi sono venuti anche da noi e adesso ce ne sono tanti.
 Ci racconta come avviene la pesca dei gamberi di fiume?
Augusto: i gamberi di fiume si pescano con due, tre canne, pezzi di legno perché sono lì dietro alla sponda che girano sott’acqua, con un filo. Appeso al filo io ci metto un pezzo di fegato di maiale perché il fegato di maiale espande molto sangue, io lo metto dentro un sacchettino in modo che rimane più compatto altrimenti in poco tempo mi divorano tutto il fegato; oppure la milza di mucca, anche quella è adatta. Ma se ne prendono tanti, sono riuscito a tirare su la canna con 14 appesi a questo sacchettino pieno di fegato, 14 una volta ne ho contati. Normalmente vivono in acqua inquinata allora non è tanto consigliabile mangiarli.
 Esistono varietà diverse di gamberi?
Augusto: c’è il gamberetto piccolino che è quello che usano per la pesca di tante specie di pesce ma che sappia io, c’è quel gambero americano che è stato importato qua.
 Come si cucinano questi gamberi?
Augusto: beh qui bisogna interpellare la Lea.
Lea: bisogna pulirli, che è una cosa non indifferente...
Augusto: io porto a casa questi gamberi, faccio bollire una bella pentola di acqua, la rovescio dentro il bidone dove sono i gamberi, i gamberi con l’acqua bollente... perché cercano di beccare, hanno quella pinza lì che beccano forte, dopo è roba da ridere una volta che sono morti a pulirli, ci rimane un pezzettino così di carne.
Lea: questi gamberi volendoli mangiare in bianco, si dà un bollino nell’acqua salata poi dopo vanno conditi con olio, limone, sale e pepe. Volendo fare un po’ di sugo per fare gli spaghetti che sono la fine del mondo, si fa un sughino con aglio, rosmarino, prezzemolo e olio naturalmente, poi si fanno rosolare un pochettino i gamberoni e ci si mette un po’ di vino bianco; evaporato il vino, si mette il pomodoro sale e pepe e si condiscono gli spaghetti.
 Quando li prepara per la sua famiglia?
Lea: quando lui me li portava ne preparavo dei bei tegami, mangiavano gli spaghetti con questo sugo poi andavano nel tegame a vedere se ce n’era per mangiarlo così, col pane o anche senza.
 Le viene voglia ogni tanto di andare a catturare delle rane?
Augusto: eh sì perché bisogna essere anche allenati, altrimenti la mano fallisce il tempo di reazione...
 perché quando da là in fondo c’è un filo che è lungo quattro metri arriva con una spinta abbastanza veloce, bisogna essere sincronizzati altrimenti io dò la manata ma la rana è già passata e allora dopo si stacca e non vale più la pena di rincorrerla per prenderla, perché fa della strada...
 Corre troppo veloce.
Augusto: poi se ce ne sono delle altre nelle prossimità cominciano a scappare, bisogna essere silenziosi altrimenti se ne vanno.