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10/08/2006

Cantore


Documento senza titolo

Fontanaluccia, Frazione di Frassinoro
Marco Piacentini
e Lorenzo Aravecchia
Maggiarini
I Canti del Maggio  

PARTE 1

Che cos’è il maggio?
Marco: è una rappresentazione di teatro popolare che si fa generalmente sulle aie, sui prati, nelle piazze, dove la gente assiste a uno spettacolo disposti in circolo, dove in mezzo ci sono gli attori che cantano e recitano una storia generalmente di argomento epico, di pura immaginazione, e favole eccetera che dura dalle 2 alle 5 ore, un tempo, al massimo adesso arriviamo sulle 3 ore. Il maggio viene rappresentato da 10-12 attori che si chiamano Maggiarini, accompagnati da tre strumentisti, chitarra violino e fisarmonica generalmente, e raccontano la storia che può essere quello di Tristano e Isotta, quello di Romeo e Giulietta.
Quali sono le origini di questa rappresentazione?
Lorenzo: non c’è una data precisa che stabilisca con precisione quando è cominciato, però Marco alcuni anni fa, assieme al Professor Ruggi, ha ritrovato nell’archivio della canonica di Vitriola una grida del 1791 dove il Duca di Modena proibiva il canto di questo antica tradizione. Andiamo ai tempi della rivoluzione francese, vuol dire che era inizio ‘700 probabilmente, perché questa rappresentazione dava vita alla fine a degli schiamazzi, delle turbative, perché probabilmente si beveva troppo e questo creava turbativa alla quiete pubblica. Qui nella nostra vallata si risale al 1860, si hanno notizie abbastanza precise dal 1860 in poi, la compagnia come Frassinoro e Costabuna probabilmente cantavano anche prima.
Dove si festeggia il Maggio?
Lorenzo: il maggio nelle vallate del Dolo e del Dragone ha il suo centro emiliano, perché adesso si è ristretto, come quando ci sono degli animali in via di estinzione si ritrovano nell’ultimo bosco e poi spariscono. Noi siamo in via di estinzione, probabilmente, e siamo in questa vallata del Dolo e del Dragone, perché il Comune di Frassinoro e di Villaminozzo per quanto riguarda l’Emilia Romagna, una volta arrivava sino a Parma, arrivava nel bolognese, adesso invece è rimasto qua. Poi in Garfagnana con una propaggine fino a Buti in provincia di Pisa, nella Lunigiana, Antona, hanno un maggio diverso, non più in strofe di quartine e quintine, anche la recitazione è diversa, il nostro è più un dramma, un teatro drammatico, un’opera lirica cantata alla nostra maniera in versi di quartine e la rappresentiamo anche con la gestualità, i costumi diversi.
Dove si canta il maggio?
Marco: i paesi sono Frassinoro, Romanoro nel Comune di Frassinoro, Fossiano, Costabuna. Questa compagnia ha origini risalenti al 1850-60 e dopo che è stata ricostituita canta in modo ininterrotto dal 1962, ha cantato oltre 300 volte in questi 44 anni, è la più antica di tutte. Abbiamo trovato un documento nell’archivio parrocchiale di Frassinoro che quando fu costruito l’organo di Frassinoro da Giosuè Agati di Pistoia nel 1821 tra le offerte per l’acquisto dell’organo c’era anche la compagnia del maggio di Frassinoro, Francesconi, perché allora c’era il duca Francesco e la moneta era quella, donati dalla compagnia del maggio di Frassinoro.
Quali sono i luoghi dove avvengono le rappresentazioni?
Lorenzo: non c’è un luogo deputato in modo chiaro sempre e inconfondibile, praticamente il maggio può svolgersi sul sagrato di una chiesa, una radura alberata vicino al paese, su un palcoscenico anche se pochissime volte questo avviene perché i Maggiarini hanno bisogno del pubblico intorno a cerchio, in modo che loro quando cantano in una scena guardano sempre in faccia a qualcuno, sul palcoscenico può capitare che stanno facendo la scena e hanno il pubblico alle spalle, sul palcoscenico si trovano meno a loro agio.
Ma una volta dove si facevano?
Lorenzo: nelle piazze, nelle aie o nelle radure dei boschi, nei castagneti, all’ombra. Anche per la gente, che stava lì 3, 4 ore e passa a guardare. Solitamente cominciava il pomeriggio alle due e mezza, tre del pomeriggio fino alla sera, più che altro la domenica o in occasione di feste durante la settimana. Adesso capita di andare anche nei teatri e teatrini anche a Natale, la mia compagnia c’e andata ma ci vuole il verde attorno, le foglie, ci sono dei componenti che sono essenziali.
Perché si chiama il Maggio?
Lorenzo: il maggio perché trae la sua origine dai canti propiziatori di una volta, di epoca pagana, canti propiziatori per la raccolta e allora erano canti primaverili, ho letto che c’erano canti latini propiziatori alla Dea Cerere perché l’estate fosse propizia di buoni raccolti, è tutto un discorso per approvvigionarsi per l’inverno.
Ci sono diversi tipi di Maggio?
Marco: sì, ci sono diversi tipi di maggio, il nostro per distinguerlo dagli altri lo chiamiamo drammatico in quanto rappresenta un dramma, una storia con tutti i personaggi buoni e cattivi che si combattono. Nel maggio vince sempre il bene. Poi c’è l’altro maggio chiamato serenata di primavera che è quello del comune di Riolunato, sempre nella provincia di Modena, dove nel maggio delle ragazze la sera del 30 di aprile fanno il giro del paese cantando la serenata a tutte le case, ai vari personaggi del paese, entrano nelle case, si fanno dare un salame e un bicchiere di vino e poi si mangia e si beve tutti assieme. Oppure c’è il maggio delle anime sempre a Riolunato, quello che viene raccolto serve per propiziare la salita al paradiso, delle messe in suffragio. Poi c’è il Bruscello.
Lorenzo: il Bruscello è un canto antichissimo ma è rimasto solamente in Garfagnana e in alcune località, è un canto propiziatorio di primavera. Si fa a maggio in una radura, arrivano i Maggianti, piantano un ramoscello quasi sempre di ciliegio in mezzo alla radura e intorno cantano delle strofe di auspicio e di augurio che l’estate sia foriera di raccolti. Il nostro invece è il maggio epico o drammatico, hanno un loro filone sia che si riferiscano all’epopea carolingia o a storie inventate. Marco ha scritto un bellissimo maggio ispirato al dramma successo a Cervarolo nel 1944, un eccidio di 24 persone, fu un maggio che trasmise molta emozione perché tanti erano anche reduci, o avevano avuto un parente o un amico fucilato in quell’occasione. L’ambientazione più che altro è quella medioevale e tardo medioevale, cioè del 1400-1500, poche volte sono rappresentazioni di storie recenti.
Marco: poi ci può essere il maggio di Marcantonio e Cleopatra, Romeo e Giulietta, Ulisse.
Quelle più antiche che ricordate…?
Lorenzo: una saga di tre storie, una successiva all’altra, ambientate in epoca egizia quindi nel 2000 a.c.
Come ci si preparava una volta al maggio?
Lorenzo: bisognava saper cantare, che era la cosa fondamentale se no tiravano anche i pomodori in alcuni paesi quando c’era molto campanilismo. Saper cantare era giù propedeutico per fare bella figura, poi ci voleva la passione, si preparavano i copioni durante l’inverno, a primavera dai copioni si davano le varie parti ai Maggiarini in base alle loro bravure e alle loro caratteristiche, si facevano delle prove e poi si faceva il programma delle rappresentazioni, e si debuttava, poi capitava di ricevere delle chiamate dai paesi vicini che erano venuti a vedere e piaceva e chiamava per i bis altri paesi.