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30/08/2006

Borlengo


Documento senza titolo

Guiglia  
Renzo Campioni e Massimo Bononcini
Maestro borlengaio Presidente ProLoco Guiglia
Il borlengo: leggende e preparazione   

PARTE 1

Renzo, oggi ci prepara i borlenghi ?
Renzo:spiego come è fatta la colla. La colla è fatta con un kg di farina, 3 uova, acqua e sale e basta.
 Poi si amalgama con la frusta si tira…vedi… fin tanto che sia così…
Massimo: deve fare il filo.
Renzo:adesso io faccio la prova con la padella, la devo però scaldare un po’ perché è diventata fredda a tenerla in mano.
 Renzo che padella è, come si chiama questa padella che usa per fare il borlengo?
Renzo: noi la chiamiamo padella ma in italiano si chiama “sole”.
Massimo: dalle nostre parti si chiama sole o rola. È una padella di rame con una ricopertura di stagno e anticamente serviva anche per friggere, non solo per fare i borlenghi. Questa qua, infatti, ha ancora un manico, anticamente la usavano per friggere sul camino, attaccavano il manico alla catena del camino.
Renzo: di fatti questa la usavano proprio per fare il gnocco fritto, poi hanno fatto un manico lungo per fare i borlenghi.
 Che cos’è il borlengo?
Renzo:è un cibo montanaro che fanno da queste parti, da Guiglia a Zocca, e sù in montagna. In pianura non si usa.
 Massimo: arriva fino a Vignola.
Renzo: al massimo… è un cibo montanaro.
 Massimo: anticamente era un cibo povero, perché gli ingredienti sono quelli che chiunque poteva avere in casa , adesso è diventato una prelibatezza.
 Da quanto si ha notizia del borlengo?
Massimo: c’è un po’ di controversia tra i vari Comuni della zona, Vignola ne rivendica la paternità.
 Da fonti storiche sembra che sia nato proprio a Guiglia, in un castello qui vicino. Sembra che durante un assedio al castello gli abitanti non avessero più niente da mangiare e allora facevano questa specie di pane sempre più allungato con l’acqua perché la farina scarseggiava. Allora allungavano questa miscela con sempre di più acqua, sempre di più, fino a quando sono arrivati a fare il borlengo. Questa sembra essere la prima notizia storica.
Renzo:mah, sempre se è vero che era così, che quei due erano là e non sapevano cosa mangiare.
 Con un po’ di farina hanno provato tutte quelle cose lì a fare il borlengo…
Chi erano questi due che erano là? È una leggenda ?
Renzo: i dis che quelle due persone erano in un bosco non sapevano che cosa mangiare. Se è vera la storia, allora avevano un po’ di farina, ci hanno messo un po’ d’acqua e poi l’hanno messo in una padella e così è nato il borlengo. Erano due mendicanti che vivevano nel bosco.
 Adesso Renzo cosa fa ?
Renzo: adesso metto la colla dentro.
 Lei non unge la padella prima ?
Renzo: adesso bisogna che metta giù questa.
 Massimo: il fatto di ungere la padella è una cosa che abbiamo abbandonato perché non serve.
 Come si fa a capire quando la padella è pronta ?
Renzo: ha visto come ho fatto con la colla…
Come ha fatto ?
Renzo: guardi mo’, per me dovrebbe già essere a posto. Se è troppo calda si lascia raffreddare un po’, se no si va avanti. Vedi?
Massimo: quella padella va abbastanza bene perché se fosse troppo calda la colla si rapprende subito.
Renzo: ci viene un mucchio… invece così… Massimo: se è troppo fredda, la colla corre in giro per la padella e non si lavora bene, ci vuole un sacco di tempo a cuocere.
Renzo: così con 7-8 minuti si fa il borlengo.
 E non si attacca alla padella?
Renzo: no, sono tutte stagnate e non attacca mica.
 Una volta si faceva sul fuoco il borlengo ?
Renzo: perbacco, in cima alle braci, quelli che ce l’avevano anche in cima alla stufa a legna, anch’io li facevo così. Non voglio esagerare ma sarà cinquant’anni che ho cominciato a fare i borlenghi. Da quando mi sono sposato ho cominciato a farli in casa sulla stufa poi col vapore, si bagnava tutto il muro, allora piano piano ho comperato di questi lavori in lamiera che fa questo signore qua e adesso li faccio nel garage, come voglio, sono un po’ più libero.
 Chi le ha insegnato a fare i borlenghi?
Renzo: è stato un signore che si chiamava Giovanni Nannini.
 Era un signore di Guiglia ?
Massimo: un personaggio mitico di Guiglia…!
Renzo: sì, avevano una osteria ma tempo fa, e facevano i borlenghi in cima alle braci con una padella… mah, grande così eh! Ho cominciato da lui, gli ho detto: “Giovanni, tu che sei capace di fare i borlenghi mi vieni a insegnare?” al dis: “ah ti voglio insegnare” e piano piano ho imparato da lui.
 Ma non è così semplice fare il borlengo?
Renzo: quando ha imparato è una cosa semplice, ha visto?
Sì, ma prima bisogna imparare…
Renzo: la colla non è mica niente.
 Si guarda, se è troppo densa va messa un po’ d’acqua, si tiene sempre un po’ più densa, poi se è troppo densa si mette un po’ di acqua fin tanto che si prova nella padella.
 Quindi la difficoltà sta nella colla ?
Renzo: eh sì, la difficoltà è nella colla ma anche a cuocere, bisogna intendere anche delle padelle… Massimo: indicativamente con un kg di farina ci vanno 5 litri di acqua.
Renzo: e tre uova.
 Ma le uova si sono sempre usate ? Voglio dire, cinquant’anni fa, quando lei li faceva, metteva sempre le uova ?
Renzo: io credo che le abbiano sempre messe. Cinquant’anni fa e anche prima perché non stanno mica insieme. Se si fa il borlengo senza l’uovo si strappano tutti, non vengono belli, non c’è tia, come diciamo noi.
 Si gira una volta sola il borlengo?
Renzo: se si cuoce bene, basta una volta… ecco guardi mo’!