22/08/2006
Commercio
Pievepelago
Pierluigi Galli
Macellaio
PARTE 3
Gli abbattimenti li facevate voi? Quali erano le tecniche per
esempio per abbattere un bovino?
Pierluigi: con la pistola si dava qui, prima si arroncavano.
Anche il bovino?
Pierluigi: anche il bovino.
Come faceva?
Pierluigi: ci si dava un colpo con un coltello qui di dietro, si tagliava il
midollo spinale e cadeva in terra, poi si dissanguava, si scannava, si stendeva
e si pelava, poi l’appendevamo in sù e si finiva di tirarci via
la pelle, poi si tirava fuori tutte le interiora…
Per il maiale era lo stesso procedimento?
Pierluigi: no, per il maiale si usava lo stesso la pistola, poi si tirava sù per
le gambe di dietro e si dissanguava. Invece in campagna lo ammazzavano con un
punteruolo che glielo davano nel cuore preciso, e poi lo chiudevano perché non
andasse fuori il sangue, poi quando lo tiravano sù il sangue lo tenevano,
noi invece il sangue lo facevamo andare via. Loro invece lo tenevano per mangiarlo.
Mettevamo sù un paiolo grande di acqua, tre o quattro secchi d’acqua
bella bollente, si buttava, si girava un po’, quando veniva si pelava tutto,
si tiravano via i peli e si lavava finché non era venuto bello pulito,
poi si sbudlava. Le budelle erano tutte da tenere perché con
la fine si faceva la salsiccia, con l’altra si faceva i cotechini e i salami.
Del maiale non si buttava via niente.
Si comperava meglio dai contadini o dai mercanti?
Pierluigi: dei mercanti c’era da fidarsi poco perché non regalavano
niente, i contadini delle volte potevano anche regalare, bisognava prendere la
mano e portarla via… si faceva più che altro con della gente che
sapeva trattare, era più facile incontrare gente che chiedeva di più che
quelli che chiedevano di meno. Quando invece c’era il mercante lui la gonfiava,
dopo… ce n’erano tanti specialmente a Sant’Anna, ce n’erano
otto o dieci di quei mezzi negozianti che quando avevano qualche cosa in mano
correvano subito “io ho una qualche cosa da darti”. Una volta c’era
una di quelli lì di Sant’Anna che diceva a mio papà “ho
comperato due tori che sono… ce li aveva descritti che sembrava che fossero
chissà che cosa”, allora combina: “me le porti per martedì prossimo”.
Non mi ricordo se era lunedì sera o martedì mattina, noi eravamo
in bottega, c’era pieno di gente, era estate, arriva questo tipo: “oh
ti ho portato…” “mettili giù nella stalla”; io
al pomeriggio vado a vedere, erano tutto grasso, erano grassi marci, sa cosa
vuol dire? C’era da richiamarlo e da dirgli di portarli via, ma oramai
bisognava digerirli perché era andato a prenderli a Pavullo, dopo ci ridevano
dietro quelli di Pavullo… erano due gomitoli che erano grassi, marci,
era una roba da scartarli mezzi. Li abbiamo digeriti ma abbiamo litigato col
mediatore, quando si compera bisogna andare a vedere se no l’è un
brut lavòr”.
I contadini si pagavano subito?
Pierluigi: sì, c’erano di quelli che stavano un anno senza venire
a prendere i soldi, c’era della gente che quando venivano o non venivano
ci si pagava, si andava giù, si combinava, mi ci mandava me mio papà ma
a me non piaceva mica tanto perchè non me ne intendevo.
Era una responsabilità.
Perché bisognava affrontare il peso?
Pierluigi: bisognava valutare il peso, la bestia sarà 200-250 kg morta,
bisognava avere un po’ d’occhio perché non era come andare
al mercato a Modena, la bestia veniva messa sulla bilancia e si pesava: gli danno
una resa del 45-50-55%, si dice sarà così, ci sarà una differenza
di 5 kg, invece in campagna si poteva trovare anche i 20 kg, allora era un brutto
lavoro. Invece i vitelli li pesavamo tutti, si incaprettavano, due persona una
di qua, una di là, la bilancia cercavo di tenerla io, se la tenevano loro
era una lite tutte le volte. Loro volevano sempre che andasse giù, invece
dovrebbe star pari o almeno andare un po’ sù. Dopo i vitelli solamente
che fanno un po’ di sporco sono già calati mezzo kg.
Quando andavamo a Firenze, delle volte andavamo via anche con otto-dieci
vitelli vivi, allora guardavamo il peso: dovevano esser tanto di peso, allora
c’era uno di Fiumalbo che veniva sempre via con me, diceva “ma porca
miseria, bisogna che conti i vitelli, me ne manca uno”, quando li pesavano
erano pieni di latte e quando erano 10 vitelli solamente che calino 5 kg l’uno
sono 50 kg, un po’erano calati perché erano troppo pieni, un po’erano
calati perché dovevano calare, allora diceva “mi manca un vitello” e
contava i vitelli.