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30/08/2006

Artigianato


Documento senza titolo

Guiglia
Pasquale Nobili e Elsa Scorzoni Artigiani
Le tigelle di terracotta, i cesti e le sedie impagliate  

PARTE 1

Come si chiama?
Pasquale: Nobili Pasquale.
Elsa: Scorzoni Elsa.
Abbiamo visto qua fuori che siete quasi pronti per fare la conserva, chi la fa la conserva in questa casa?
Pasquale: a son mè, la muièra la m’ha sempra aiutà, ma adès ormai diventa sempre più piccola e allora basta.
Elsa: no, no, lo aiuto, lo aiuto.
Lei, Elsa, si occupa della cucina?
Elsa: facciamo anche il pane, c’è il forno là.
Pasquale: ho passione, in casa a son bon da far gnint, ma fóra a fagh tutto.
Lei che lavoro ha fatto?
Pasquale: a lavorèva in al camp prima ch’am sun fat l’ernia al disco venticinque anni fa, dopo nel camp a gh son piò andà
Ha sempre quindi lavorato la terra.
Elsa: sempre, anche quando eravamo bambini, a casa dei miei genitori, a casa dei suoi.
Pasquale: quand a ghiva un po’ ad temp andèva via a raccogliere le ciliegie, andèva via… son sta a Vignola, son sta da per tutto un po’
Elsa: a Casademago.
Pasquale: ho raccolto ciliegie par più ad cinquant an.
Quindi?
Pasquale: tutti gli anni.
Quanto tempo stava via?
Pasquale: andèvan a raccoglierle a casa di quei chi gh avèvan, a-i ho fat an po’ da tót
In campagna una volta cosa si metteva qui?
Pasquale: grano e erba, foraggio perché c’erano le mucche.
Elsa: per le mucche l’orzo si seminava.
Che mucche avevate?
Pasquale: c’erano più che altro l’olandese e la bruna alpina.
E tanto tempo fa?
Pasquale: ah trent’anni fa… dopo l’ernia al disco a-i ho tacà questo esperimento.
Che cos’è questo esperimento che ha fatto?
Pasquale: gli stampi per le tigelle.
Questi stampi a cosa servivano?
Pasquale: prima erano le tigelle, a-i ho sèmpar fat anca da giovane, dopo ho inventato questo lavoro che a gh vliva a fèrel an mùci d’ur, delle ore, però as ciapèvan di sold, a n’ho fat più ad dumèla.
Le tigelle, una volta, lei le faceva d’inverno, dice Elsa.
Elsa: quand a lavurèvam la tera, sè.
Pasquale: da giovane sì, dopo l’ernia al disco ho sempre lavorato con quegli stampi lì.
Si facevano di inverno quando c’era meno da fare in campagna?
Pasquale: allora sì.
Chi le ha insegnato a fare le tigelle?
Pasquale: insegnà a mè? Quand a ièva quatòrdas quinz an, lo facevano tutti, tutte le case, da alòra ho sèmpar seguità a farle, sèmpar.
Come si fa a fare le tigelle?
Pasquale: le tigelle sono queste, a fagh vèdar, a gh vól questa terra, è terra apposta. Che terra è?
Elsa: è terra di castagneto.
Pasquale: è terra di castagneto ma terra apposta, mica tutta va bene.
Cos’è, argilla?
Pasquale: no, l’è ciamàda tèra butèra, i gh dìsen acsè, è un terra che si trova solo in qualche posto.
Che caratteristiche ha? È morbida, si lavora bene?
Pasquale: sì, senza sassi.
Questo cos’è?
Pasquale: è un sasso, sas bianch, che nuètar in dialèt a gh gèm la prèda, che va cotto dopo, va pestato fine fine fino a fare dei gramulini, a gh ho un valèt a posta, perché a pasa tùto per ded lè, poi vanno insieme al 30 del cento come terra, tre etti ogni chilo, per tre-quattro ore.
Bisogna battere questa terra? Ci va anche un po’ di acqua in questo impasto che fa?
Pasquale: a gh vól la sô aqua
Elsa: come la pasta del pane.
Pasquale: dopo, pian piano…ah l’è an mister.. le tigelle sotto alle braci, alla cenere.
Elsa: a cuocere.
Pasquale: invece gli stampi nel forno del pane.
La tigella di una volta come si faceva?
Pasquale: si prende questa terra, e po’ a gh va mès al macinato, la prèda, con un po’ d’acqua e poi per tre ore si fa le ballottine, prima a gh mèt an po’ ad prèda se no si attacca, apèna apèna apèna un po’ dop cun la balutìna la se streca strèca e po’ dop quand la se tàca un po’. Dopo si tàia così.
Elsa: e viene pari.
Pasquale: vien via quella di più, po’ al va mès at cô d’una màsa ad quel per diventare secchi secchi secchi,. Poi vanno messi sotto la cenere e la tigella è pronta; ci vogliono venti giorni, un mese prima che la tigella sia da cuocere, la vól sécca sécca, se no la crépa.
Quanto tempo deve cuocere la tigella?
Elsa: ah, la gh al làsa tùta una not.
Cos’è quel disegno che si vede sullo stampo?
Elsa: è il disegno che poi viene nella crescentina.
Cosa rappresenta, che cos’è?
Pasquale: questo è un disegno che ho fatto io.
Elsa: c’è sempre stato negli anni, anche indietro.
Pasquale: nelle crescentine si vede quel disegno lì.
Perché si fa questo disegno?
Pasquale: per la veduta, la bellezza; nelle crescentine ci viene quel disegno lì. Sopra no, perché è liscia, quando è tagliata as mèt quest chè in sèmma con ‘na bèla bòta ch’al dventa presà, pressato un po’. Una volta, era tutto di legno il buco, allora a prendere via si tribolava di più, pian piano veniva poi via. È sempre stata la mia passione.
Elsa: è stata la sua passione perché qual lè al gh l’ha da un sô amigh.
Pasquale: al m’al dèn ch’al dis: a-i ho pruvà a fèr chi lavùr chè, alóra mè al tós e a gh digh: a vói pruvèr…
Quando ha iniziato a fare questa nuova versione di tigelle?
Pasquale: sarà vent’anni …
Elsa: qual lì a gh l’ha dati un sô amigh e qual lè l’ha tùtt pensà lù, l’ha inventà lù.