26/07/2006
Frigeri Fausto, Franchini Alvaro
Tramuschio, Frazione di Mirandola
Fausto Frigeri e Alvaro Franchini Agricoltori
La coltivazione della barbabietola Angurie e meloni
PARTE 2
Ivana: sembrava una siepe, poi si tagliava e mi ricordo che mio papà le
faceva per scopare sotto il fienile, anche nella stalla.
Il sorgo si metteva?
Fausto: il sorgo si metteva e si mette molto adesso. Si dava da mangiare alle
mucche perché ha molto zucchero, è una canna da zucchero il sorgo.
Il gambo?
Fausto: sì, il gambo, invece il seme si adopera per fare dei medicinali
anche o mangimi.
Anche voi lo coltivavate?
Fausto: sì, qui vicino perché è una raccolta un po’ tardiva,
lo mettiamo sempre vicino a casa per poterlo andare a prendere e si dava da mangiare
a bracciate alla volta, si tagliava col falcione e poi delle bracciate si portavano
alle bestie.
Ivana: una volta alle bestie si dava anche la segala da magner.
Fausto: si metteva la segale che è quasi come il grano, si metteva una
biolca per anticipare di dieci giorni il mangiare delle mucche. Meloni e cocomere
sono ancora tipici di questa zona?
Fausto: sì.
Quali varietà avevate voi?
Fausto: noi abbiamo cominciato con la murina.
E com’è?
Fausto: viene di 5-6 chili, nera, tonda come un pallone, era quella che ha cominciato.
La scorza come era?
Fausto: era una scorza molto spessa, era una anguria molto resistente al trasporto,
andava molto nei paesi del nord, in Svezia, Danimarca, Inghilterra.
In che anni siamo?
Fausto: siamo sul ’60.
Era dolce?
Fausto: dolce come la miaco non lo era, però la miaco soltanto
che la guardasse un po’ crepava, aveva poca buccia ma era qualche cosa
di stupendo la miaco.
Conteneva molto acqua?
Fausto: tanto zucchero.
Poi a quali angurie si è passati?
Fausto: si è passati alla grimson, alla grenstar.
Quali sono quelle che non si trovano più adesso?
Fausto: la murina e la miaco, venivano grosse come un pallone, erano comode da
adoperare, ci voleva molto tempo per fare un camion perché ci volevano
molti passaggi. Adesso con dieci angurie per dire si fa 20 quintali, allora per
fare 20 quintali ci volevano 40 angurie; però se si metteva una biolca
si raccoglieva una biolca, andava poco perso in campagna; invece la miaco era
una anguria da mangiare qui, perché come ho detto aveva poca buccia e
appena si toccava si rompeva, aveva molto zucchero.
Come si presentava?
Fausto: sempre rotonda ma striata, adesso ci sono le americane grosse così,
la miaco era rotonda ma era del colore delle americane che ci sono adesso, un
po’ più grossina, non molto, della murina.
Ripetetemi i nomi delle angurie.
Fausto: quella nera si chiamava Morina e l’altra Miaco.
Venivano seminate in periodi diversi?
Fausto: quelle che volevamo maturassero prima venivano messe sotto il nylon,
se si voleva andare oltre agosto e in settembre si mettevano a campo aperto e
quindi maturavano un po’ più tardi e forse venivano anche meglio.
Però non si poteva essere certi del mercato, quindi se l’autunno
era freddo, le angurie non erano commerciabili.
Che caratteristiche aveva la Miaco?
Fausto: era dolce, sottile e conteneva molto zucchero e molta acqua.
Quando avete iniziato a coltivare cocomeri e meloni?
Fausto: negli anni ’60 e per 8-10 anni abbiamo avuto il melonaio. Lui lavorava,
metteva la manodopera e noi tutto quello che occorreva, trattori e terreno. E
si divideva al 40, 50, 30% a seconda di come andava il raccolto. Dopo lui si è ammalato
e allora abbiamo continuato solo noi. Per tagliare prendevamo degli operai specializzati.
Nelle vostre famiglie (nei tempi addietro) si mangiava l’anguria?
Fausto: sì, anche per colazione. Ci si metteva fuori, l’anguria
era fresca perché era stata nel pozzo e la si mangiava sempre col pane.
In questa zona c’era molta coltivazione di frutta?
Fausto: qui no perché non è un terreno adatto. La frutta c’era
solo per le famiglie. Un po’ più avanti, andando verso San Giovanni
del Dosso, venendo sù da San Giacomo delle Segnate – interviene
Alvaro – c’erano ciliegie, marubilani, albicocche, fichi, mele.
C’era qualche qualità che adesso non c’è più?
Alvaro: le campanine, che ci sono ancora ma in poca quantità.
Fausto: l’unica cosa che non c’è più sono le
mirabelle.
Lei si ricorda se gli ortaggi venivano conservati?
Fausto: sì, i cetrioli, le melanzane.
Come si conservavano?
Fausto: quello che c’era nell’orto: peperoni, cipolle, cetrioli,
melanzane, si mettevano dentro dei vasi tagliati a fette e sott’olio. Allora
si metteva via tutto quello che non veniva mangiato perché non si andava
molto a comprare.
Ivana: venivano fatte anche le salse.
Anche con l’anguria?
Fausto: sì, c’era una varietà di anguria che si usava appositamente
per fare la marmellata, era una anguria bianca, tosta, soda che da mangiare non
era molto buona. Ci sono ancora. Ci si mettevano dentro anche fichi oppure pere,
mele, del limone. Veniva cotta 4 o 5 ore.
Figlia: la marmellata si mangiava con le crostate, col pane, con la polenta.
Si utilizzava anche per fare i tortelli sguasarot.
La mostarda la facevate? Figlia: mia nonna si
perché era di origine mantovana. La faceva di angurie. Mia zia anche con
le pere.
Come si conservava la frutta? Ivana: si prendeva
il mosto d’uva e lo si faceva bollire. Poi lo si schiumava e si metteva
dentro la mela campanina o anche cotogne, le barbabietole, la zucca fatta a pezzetti
e lo si faceva bollire dalle 5 di mattina fino a mezzanotte.
Il savor con cosa si mangiava?
Fausto: con quello che si voleva. Oltre che nei turtei sguasarot si
mangiava anche col pane, con la carne, con il lesso, con la polenta, era buono
con tutto, sia con la carne che con la minestra. A casa nostra non si fa più ma
io vorrei mangiarlo ancora. Veniva conservato dentro un vaso messo a bagnomaria.
I turtei sguasarot com’erano?
Fausto: il ripieno era fatto col savor, il pepe. I tortelli erano molto
grandi. Con tre tortelli si riempiva il piatto. Era un piatto da leccarsi i baffi.
Come venivano conditi?
Fausto: con uno stufato di fagioli. Invece di mettere la carne, che allora era
scarsa, si faceva quel ragù di fagioli che serviva anche a togliere il
piccante del savor. Ho molta nostalgia di quel piatto.
Non lo fate più?
Fausto: non mi faccia dire cose che non vorrei dire. Adesso mia moglie mi chiama
solo per farmi lavorare.