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03/08/2006

Poletti Rina


Documento senza titolo

Finale Emilia
Rina Poletti
Rezdora
La torta degli ebrei  

PARTE 1

Come si prepara questa torta?
Rina: si parte dalla base della pasta del pane, farina zero, non doppio zero, è molto importante. Come ho detto prima deve essere la pasta tipica del pane: sale e acqua naturale e cominciamo a fare il tipico panetto del pane, l’acqua va aggiunta fino ad ottenere la consistenza giusta.
Qual è la consistenza giusta?
Rina: circa su un kg di farina sono 350-400g. di acqua, poi lo dicono le mani perché gli strumenti della sfogliata sono esclusivamente le mani. Questo uno lo può fare anche con una impastatrice se ce l’ha in casa, non è detto che si debba farlo a mano, però se lo fa a mano c’è più soddisfazione, ci sono queste cose leggere, non troppo meccaniche se uno ha qualche problema alle mani, però non è una cosa che sia molto faticosa da fare, si può fare tranquillamente così. L’acqua la aggiungiamo un po’ alla volta perché il rapporto con la farina dovrebbe rimanere lo stesso, se mettiamo troppa acqua dobbiamo aggiungere farina.
E il lievito?
Rina: lievito assolutamente no! Non c’è bisogno, non necessita il lievito, la sfogliata è una cosa che non lo richiede, farina, acqua e sale proprio come si faceva e si fa il pane anche adesso però il lievito nella pasta della sfogliata non ci vuole. Il panetto deve essere morbido, non troppo duro, bisogna lavorarlo molto bene.
Chi le ha insegnato a fare la sfogliata?
Rina: a dire la verità nessuno. Io diciamo che ho avuto una esperienza anche a forza di insistere e di sbagliare, naturalmente la ricetta l’avevo però proprio manualmente quando la vedevo tirare l’avevo vista già nella fase finale... poi il cervello.
Quindi la sfogliata non ha una preparazione molto semplice.
Rina: non è neanche difficile, la sfogliata è fatta di tempi, bisogna rispettare i tempi, poi devo dire che una certa manualità, una certa praticità... è una cosa realizzabile anche da una casalinga che si improvvisa per farlo, non è detto che non debba riuscire, per buona volontà e tempo.
La ricetta da dove arriva?
Rina: la ricetta diciamo che arriva da casa in casa, ho notato io nel tempo che ci sono varie ricette ma non sono troppo distanti l’una dall’altra, qualche grammo di grasso in meno, qualche grammo di grasso in più, però diciamo che gli ingredienti sono gli stessi, anche i rapporti sono più o meno gli stessi. Ma la sfogliata se uno rispetta i tempi che richiede non è difficile da fare e dà tanta soddisfazione.
Quali sono questi tempi?
Rina: i tempi sono i tempi di attesa, perché la pasta sia malleabile, perché come ho detto prima non ci sono strumenti per tirare la sfogliata, sono solo le mani e la sfogliata ha dei tempi che uno quando la prende in mano sente che è il momento giusto oppure non lo è, perché se tende a ritirarsi vuol dire che non è ancora pronta per essere tirata.
Quindi è un procedimento solo manuale.
Rina: solo esclusivamente manuale, ripeto se qualcuno fa la sfogliata con delle macchine non possiamo chiamarla sfogliata ma un altro prodotto, anche perché è irrealizzabile con una macchina. Ripeto, questa operazione se uno ha una leggera impastatrice lo può anche fare per agevolare quello che è l’impasto ma poi non esistono altri strumenti per tirare la sfogliata. Diciamo che il panetto è pronto, comunque più lo lavoriamo e meglio la sfogliata ci riuscirà dopo. Avete visto che io ho aggiunto l’acqua pian pianino, il giusto necessario per la farina che avevo messo. A questo punto la sfogliata deve riposare almeno trenta, quaranta minuti. Questo è il nostro panetto che ha riposato, è bello morbido, lo mettiamo sul piano di lavoro, lo lavoriamo un attimino, questo panetto va diviso in sei piccoli panetti.
Rigorosamente sei...?
Rina: devono essere sei, li appoggiamo su un cencio.
Perché questo numero preciso?
Rina: le sfoglie devono essere sei, perché dopo con la stesa che io vi farò vedere, alla fine della lavorazione che viene fatta, le sfoglie devono diventare 18. Copriamo i panetti perché la sfogliata non deve prendere aria. Se la fate in una stagione estiva come questo momento che c’è troppo caldo, delle volte necessita di una mezz’oretta di frigorifero, prima comunque dell’ultima fase che vi farò vedere, perché se è troppo morbida non riesce scappa da tutte le parti; la temperatura e l’aria sono determinanti per la sfogliata, per cui se fa abbastanza freddo si lavora tranquillamente senza frigorifero, quando c’è un po’ più caldo forse sarà necessario che vada un po’ in frigorifero. Questi sei panetti coperti li lasciamo riposare 15-20 minuti. Sono passati 15-20 minuti, i nostri panetti hanno riposato, adesso vedrete che li allargo uno ad uno senza bisogno di alcuno strumento, questo riuscirete a farlo soltanto se avete fatto riposare la pasta, altrimenti sarete costretti ad usare il mattarello e comunque la pasta tende a tornare indietro e non la tirate più, se rispettate i tempi la sfogliata si tira benissimo senza alcun problema. I panetti sono morbidi, li teniamo comunque coperti. Cominciamo a prendere i grassi, i grassi sono nella mia ricetta che comunque sono quelli di base nella sfogliata: strutto di buona qualità, burro e io personalmente metto anche un pochino di margarina, un po’ per abbassare anche il costo ma comunque gli dà quel tocco di fragranza. Questi grassi devono essere sciolti molto bene con una frusta o anche a bagno maria perché non devono avere dei grumi, aiutatevi anche con le mani se sono troppo freddi.
Ci racconta la storia di questa ricetta?
Rina: la torta degli ebrei nasce a Finale Emilia, penso personalmente che se la vedete da qualche altra parte del mondo andate a vedere perché c’è sicuramente un finalese, nascosto in una cucina, se la troverete così come questa, le sfogliate sono state viste anche nei paesi orientali però non come questa. La torta degli ebrei nasce a Finale Emilia per volontà di un ebreo convertito al cristianesimo per fare un dispetto agli ebrei, era a conoscenza della ricetta della torta degli ebrei, mise lo strutto al posto del burro, il risultato fu eccezionale perché la fragranza che dà lo strutto non c’è nessun grasso che la possa dare, per questo lo strutto deve essere di buona qualità e deve essere rapportato agli altri grassi, non solo strutto. Questa storia non è una storia ma una realtà, a Finale Emilia abbiamo avuto una comunità ebraica molto grande, pari a quella credo di Modena città. Finale porta ancora i resti della cultura ebraica, abbiamo il ghetto ebraico, il cimitero ebraico e abbiamo soprattutto gente di buona volontà che intende proseguire con questa tradizione perché è veramente squisita da mangiare, ripeto se la volete mangiare dovete venire a Finale Emilia altrimenti ve la dovete fare in casa, non c’è niente da fare.
Lei sa più o meno datare questo piatto?
Rina: la storia parla del 1600, 1650, l’ho sempre vista fare, abbiamo fatto le nostre merende, le nostre colazioni, per i nostri nonni sono state veramente le loro colazioni, quando avevamo gli scariolanti che andavano lungo il fiume a tamponare il Panaro, a fare i lavori di scavo, alla mattina facevano colazione con la sfogliata. Poi ci sono state delle tradizioni molto folcloristiche perché a Finale Emilia si vendeva anche per le strade, c’erano delle vecchine con il loro braciere che tenevano in caldo la sfoglina e la gente l’andava ad acquistare. Adesso ci sono dei negozi più rinnovati e naturalmente si fanno anche i laboratori, visto le regole di igiene che dobbiamo rispettare, però la tradizione è la stessa, non cambia. Vi faccio vedere ora come si comincia a stendere la prima sfoglia, io adesso uso il piano di lavoro ma voi potete farlo anche nella vostra teglia. Prendete la prima sfoglia, la allargate un pochino, vedete che viene tranquillamente con le mani, se avete rispettato i tempi, con le mani incominciate a stendere i vostri grassi sulla prima sfoglina, si passa alla seconda sfoglina, bisogna fare attenzione a ungere bene i bordi perché alla fine saranno quelli che risulteranno più duretti, per cui se sono stati unti bene alla fine saranno fragranti.
Quanti strati si fanno?
Rina: sono sei strati che bisogna ungere tutti.
La pasta non si rompe? Rina: vede come è bella elastica, e non c’è lievito dentro, è proprio la pasta che essendo riposata bene rende tutta la sua elasticità. Ecco io ho unto tutte e sei le sfogline adesso cominciamo col ritirare i laterali, ungiamo un po’ anche loro e questo panetto lo riduciamo a tre,